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Sacchi: “Moratti mi ricorda Laporta con Guardiola”

Riccardo Fusato

Dalle pagine della Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi, parla del cambio in panchina nell’Inter a vantaggio di uno dei suoi pupilli, Andrea Stramaccioni: “Moratti ha scelto Andrea Stramaccionicome l’uomo della rifondazione o come...

Dalle pagine della Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi, parla del cambio in panchina nell'Inter a vantaggio di uno dei suoi pupilli, Andrea Stramaccioni:

"Moratti ha scelto Andrea Stramaccionicome l’uomo della rifondazione o come l’ultima carta disperata per salvare un’annata che ha già fatto due vittime illustri (Gasperini e Ranieri) e che sembra senza soluzione? Nel primo caso sarebbe una scelta innovatrice che farebbe onore ad un presidente da sempre considerato più un tifoso generoso che un dirigente illuminato. Sarebbe una scelta che mi ricorda tanto quella di Laporta, quando affidò il Barcellona a Guardiola. I blaugrana dopo aver vinto la Liga e la Champions sotto la guida di Rijkaard ebbero un’involuzione ed alcuni giocatori iniziarono a frequentare più le discoteche che il campo (sembra che lo stesso Messi seguisse questa strada). La società per salvare il salvabile prese una decisione assai poco popolare e difficile: cambiò l’allenatore e affidò la squadra al giovane e inesperto Guardiola che fino a quel momento aveva allenato solo nella serie C spagnola. Questi chiese subito la cessione di alcuni giocatori famosi (Ronaldinho, Deco e Eto’o), però poco professionali e non funzionali al suo progetto. Il club realizzò questa rivoluzione nonostante l’opposizione della maggioranza della tifoseria e dei mass media. Le critiche furono pesanti specialmente dopo le prime due partite (un pareggio e una sconfitta), ma poi esplosero i giovani di Josep, alcuni come Pedro e Busquets addirittura provenienti dalla serie C. Il Barça incantò e sta incantando tuttora il mondo. Che si possa ripetere la storia in un paese come il nostro con le squadre più vecchie d’Europa e con i presidenti che quasi sempre navigano a vista e che fanno del conservatorismo e dell’impazienza la loro principale regola? Credo sia possibile, anche noi dobbiamo crescere. Spero e mi auguro che la decisione di Moratti e il sacrificio di una persona seria e competente come Ranieri sia dovuta a una strategia moderna di lunga durata per consentire al giovane, brillante e capace Andrea di valutare da vicino e con alcuni mesi d’anticipo tutti quei giocatori che per disponibilità, funzionalità e complementarietà possano far parte del nuovo progetto della nuova Inter. Se così fosse, Moratti indicherebbe una nuova strada e una capacità di rinnovamento e innovazione inusuale nel nostro antico mondo. Coraggio Massimo e Andrea, in bocca al lupo".