- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
ultimora
Intervistato da Gazzetta.it, l'ex tecnico Arrigo Sacchi ha parlato del momento della Juventus e del lavoro fin qui svolto dal tecnico Andrea Pirlo:
"Troppo facile scaricare sull’allenatore tutte le responsabilità. Io considero il lavoro di Pirlo ingiudicabile".
Ci può spiegare?
"Siamo sicuri che Pirlo abbia avallato tutte le scelte della società in sede di mercato? Qual era la sua idea di calcio? Gli hanno comprato tutti i giocatori di cui aveva bisogno? Se sì, allora possiamo dire che Pirlo ha colpe. Altrimenti, per cercare le ragioni di questa situazione, si deve andare più in alto. La Juve, come società, è forte, organizzata, potente. Però certe scelte a me sono parse strane".
Ci può fare qualche esempio?
"Uno su tutti. Se tu hai Allegri, con cui hai vinto tanto e di cui sei contento, e poi vai a prendere Sarri con gli stessi giocatori che aveva scelto Allegri, significa che non sai quale strada stai percorrendo. E’ come quando l’avvocato Agnelli mi chiese se andavo alla Juve e poi, dopo che rifiutai, lui prese Trapattoni. Hanno fatto il giro del mondo per tornare allo stesso punto di partenza: io e il Trap, grande allenatore, eravamo due pianeti opposti. Lo stesso discorso vale per Allegri e Sarri".
E adesso con Pirlo?
"Io ero favorevole al suo ingaggio, a patto che la società lo supportasse con adeguati interventi sul mercato. Non so che tipo di calcio lui avesse in testa, di fatto si è visto poco. E poi c’è un’altra faccenda da sottolineare: la Juve ha vinto nove scudetti consecutivi, ma in Europa è rimasta a secco. E questo dato spiega il deficit del calcio italiano nelle competizioni internazionali. Siamo un Paese conservatore, che non dimostra di volersi evolvere. Il nostro non è un problema di moduli, di schemi, di muscoli, ma di cultura. Quando lo capiremo e dimostreremo di voler fare un passo in avanti, allora forse torneremo a divertirci anche in Europa".
© RIPRODUZIONE RISERVATA