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Sacchi: “L’Inter non pratica un calcio strategico anche se ne avrebbe le qualità”

Matteo Pifferi Redattore 

Le parole di Arrigo Sacchi, direttamente sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, in merito alle trame di gioco dell'Inter

Intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi ha affrontato il tema sorteggi per l'Europeo, in programma oggi, con l'Italia in quarta fascia:

"Prima di analizzare quali rivali sarebbe bene evitare e quali, invece, potrebbero fare al caso nostro e sarebbero accettate con un sospiro di sollievo, cerchiamo di capire a che punto siamo noi: come sta, insomma, l’Italia? La verità è che non sappiamo ancora chi siamo e come stiamo. Abbiamo tutti gioito per la qualificazione, abbiamo elogiato il nuovo commissario tecnico perché, nonostante abbia avuto pochi allenamenti a disposizione, ha dimostrato di averli sfruttati bene, tuttavia non dobbiamo dimenticare che una squadra necessita di tempo per essere costruita. Devono essere mandati a memoria i movimenti, i gesti, io dico persino le intenzioni, in modo che il gioco sia completamente interiorizzato e fluisca naturalmente sul campo. Spalletti, che nella passata stagione ha compiuto un capolavoro con il Napoli nonostante fossero stati venduti i giocatori più carismatici (Insigne, Koulibaly, Mertens) e dunque ha dimostrato che il gioco, quando è collettivo, conta di più dell’individuo, adesso dovrà cercare di riproporre quel progetto"

"Io ho molta fiducia in lui, perché crede in un calcio moderno, europeo, all’avanguardia, nel quale l’obiettivo dev’essere sempre il dominio del campo. Purtroppo in Italia non tutti la pensano allo stesso modo e questo può rappresentare un problema per Spalletti: poche squadre praticano un calcio strategico. Non lo pratica l’Inter, anche se ne avrebbe le qualità; non lo pratica la Juve. Adesso vediamo se Mazzarri tenterà di percorrere questa strada con il Napoli. Sarebbe importante anche in funzione della Nazionale. A differenza della Spagna o del Portogallo, noi non abbiamo uno stile di gioco che unisce tutti i calciatori e questa è la mia preoccupazione maggiore. C’è il rischio che, in determinate situazioni, i giocatori interpretino in maniera diversa le situazioni che si sviluppano in campo. Spalletti, che ha già fatto vedere di saper dare regole precise in termini comportamentali, di sicuro sfrutterà il periodo di preparazione a ridosso della manifestazione per oliare i meccanismi e per scegliere gli elementi più adatti alla sua idea di calcio. Venendo al sorteggio, va detto che noi siamo in quarta fascia e, quindi, la nostra situazione non avrebbe potuto essere peggiore. Però siamo i campioni d’Europa in carica, però siamo l’Italia, però abbiamo esperienza e tradizione, e allora andiamo a giocarcela".

 



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