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Si fa il nome di Lopetegui. Non lo conosco benissimo, l’ho seguito quando ha guidato la Spagna, durante la sua breve esperienza al Real Madrid e quando ha allenato (con successo) il Siviglia. Tuttavia mi sento di dire una cosa: gli allenatori stranieri, ultimamente, non hanno quasi mai incantato in Italia. E se andiamo indietro nel tempo e pensiamo agli anni eroici di Helenio Herrera, dobbiamo ricordare che anche uno come il Mago, che era il Mago, ha impiegato tre anni prima di vincere qualcosa, e la critica e il pubblico lo volevano mandare via. Il calcio in Italia è molto difficile: è uno sport che, purtroppo, viene interpretato in modo difensivo, c’è più tattica che strategia, servono elementi affidabili per riuscire a ottenere grandi risultati.
I dirigenti del Milan di oggi, quindi, devono prendere un allenatore e assecondarlo nelle richieste di acquisti e di cessioni, ovviamente compatibilmente con il budget messo a disposizione dalla società. Che i dirigenti non si mettano in testa di voler fare gli allenatori, perché non lo sono, e che non vogliano scegliere e comprare i giocatori da consegnare al tecnico. Sarebbe un errore gravissimo. Gli uomini con cui dovrà lavorare li deve scegliere l’allenatore, in base alle loro qualità tecniche e, soprattutto, in base alle loro doti caratteriali. Altrimenti si continua a voler inseguire il successo attraverso un metodo sbagliato. La chiarezza dei rapporti e dei ruoli, e il loro rispetto, all’interno di una società di calcio come anche di un’azienda, sono basilari per ottenere risultati importanti. Senza di essi è difficile raggiungere il traguardo.
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