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Nella ripresa abbiamo tremato con l’uno-due della Macedonia. Ha preso paura?
—«Tranquillo non lo ero. Il problema è che, quando abbiamo mollato un po’, quando le distanze dei reparti non sono più state corrette e quando abbiamo smesso di pressare siamo andati in difficoltà. Nel gioco moderno, non mi stancherò mai di dirlo, il pressing è un antidoto fondamentale per bloccare le intenzioni dell’avversario. Appena abbiamo lasciato la strada buona, insomma, abbiamo subito gol. Questo non deve accadere, ma sono sicuro che Spalletti lavorerà parecchio su questi errori».
E adesso, lunedì, in Germania ci attende l’Ucraina. Come la vede?
—«Sfida non facile. Nasconde molte insidie. Intanto perché loro non hanno giocato e dunque sono più riposati di noi. E poi perché la tensione è una nemica in più per gli azzurri. Bisogna cercare di isolare l’ambiente, fare in modo che i ragazzi di Spalletti non avvertano la pressione».
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