Io ne ho chiesta una sola: noi lavoreremo per questi tre aspetti, ma per avviare operativamente le procedure ho bisogno della conferma che quella sarà l’unica ipotesi per loro. Incontro con grande serenità. Io ho lavorato per cercare di tutelare San Siroe la speranza che il progetto WeBuild fosse accettabile. Era la mia volontà politiche, poi i conti li fanno le squadre, gli investitori sono loro. Se mi dicono che avendoci lavorato approfonditamente pensano che la cifra della ristrutturazione sia molto molto elevata e a loro non conviene non posso eccepire nulla. Posso vedere positivamente l’idea di rimanere a Milano. Dobbiamo essere rapidi nel dare quello che loro chiedono, ma nel momento in cui si dichiareranno soddisfatti chiederò di avere certezza che quella è la via.
Anche per i milanesi, per i tifosi, questa è una lunga storia. Non è facile realizzare stadi in Italia. C'è grande complessità quindi a questo punto questo deve essere l’idea che l'idea sia senza altre incertezze. San Siro diventerebbe di proprietà delle società? Assolutamente. Noi dobbiamo fare un bando pubblico in cui metteremo in vendita San Siro e le aree quindi assolutamente sì. Su cosa su come funziona ci stanno lavorando, io oggi non so dire. Si evita vincolo? Credo che possa essere rimodulato. Che rimanga in mano pubblica, ma in mano privata può cambiare la cosa. Rifunzionalizzazione non sportiva? Ci stanno lavorando, non riesco a dirlo. Credo nella loro sincerità quando l'hanno detto quando mi dicono che ci hanno lavorato veramente a fondo sull'ipotesi di conservare San Siro. Quindi da qui ripartono.
La cosa positiva è che considerano comunque la presenza a Milano importante. La presenza dell'area importante quindi oggi io non sono in condizioni di chiedere “Abbandonate le altre più altre ipotesi” finché non gli do le informazioni che che mi ha chiesto. Resistenza di comitati e ambientalisti? Il Consiglio Comunale ha deliberato. Le resistenze ci sono su tutto e figuriamoci se non ci sono su una cosa così divisibile per uno stadio io però sto alle regole.
Indice 0,35? È un vincolo. Tempistiche? L’Agenzia delle Entrate mi aveva promesso intorno a metà febbraio una prima valutazione. Abbattimento? Difficile, lo sanno anche le società. L’impianto potrebbe essere alleggerito. Garanzie sullo stop per Rozzano e San Donato? Oggi non posso chiederle, quando fornirò i dati a loro necessari sarò costretto.
Passo indietro formale? Oggi non è un tema, lo porrò più avanti. Non voglio dire una parola in più da qui a quando si deciderà rispetto ai due possibili impianti, su cui in passato mi sono espresso in modo critico. I club? È chiaro che mi mancano due anni o forse qualcosa di più che non è un tempo lunghissimo ed è chiaro che tutto va fatto abbastanza rapidamente. Io ci metto la faccia nel momento in cui sono sicuro che non si cambi un'altra volta. Quindi ho spiegato loro che rispetto al mio ruolo ci sono delle caratteristiche tecnico-amministrative e poi ci sono le questioni politiche.
Capisco il disorientamento di tifosi cittadini ne abbiamo viste tante e io spero ardentemente che questa sia l’unica. Se mi posso permettere credo che le premesse ci siano tutti però vedremo quando ci sarà la luce verde. Febbraio? No, ci riaggiorneremo prima. Rimpianto per il 2019? Stiamo parlando di un investimento molto significativo. Ora avere due proprietà solide - e noi molto spesso diciamo le nostre non sono società indebitate ma i debiti possono essere sulle proprietà - e quindi dipende anche da chi sono le proprietà. Ora le due compagini sono molto solide e lavorano insieme e questo è molto positivo"
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