Dopo anni ad aspettare le pratiche burocratiche, Eddie Salcedo è finalmente entrato a Casa Italia. Dopo aver atteso la concessione della cittadinanza italiana al papà colombiano, ora l'esterno nerazzurro può vestire la maglia dell'Italia, per il momento Under 19.
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Salcedo: “L’Inter, un sogno! Che bello allenarsi con Icardi, Perisic e Brozovic. Spalletti…”
L'esterno della Primavera dell'Inter ha finalmente potuto essere convocato dall'Italia Under 19
«La aspettavo da un po’ e finalmente è arrivata. Sono molto felice ed emozionato per questo mio nuovo inizio. È tutto bellissimo: l’atmosfera, il modo di lavorare. C’è un’intensità pazzesca e un gruppo di ragazzi di valore, con prospettive importanti. Penso a Portanova, Russo e Candela che conoscevo già ai tempi di Genova, ma anche a tanti altri ragazzi fortissimi affrontati da avversari, come ad esempio Riccardi. È un onore essere qui e non vedo l’ora di esordire».
E invece è tutto vero, come il suo arrivo all’Inter dopo un lungo corteggiamento.
«L’Inter è un top club e mi sta dando la grande occasione di continuare questo mio sogno».
Come sono andati i primi mesi?
«All’inizio è stata dura staccarsi dalla famiglia e affrontare una nuova sfida da solo. Ho capito cosa provavano i ragazzi che ho avuto in squadra in passato quando mi spiegavano la difficoltà nel lasciare la propria città. Ma è un percorso obbligatorio per fare questo mestiere».
Cosa l’ha impressionata di più dell’Inter?
«Entri ad Appiano e pensi: “qui si sono allenati Ronaldo, Vieri, Milito e i grandi del Triplete” e ti emozioni, ti rendi conto di quanto sia grande l’opportunità di indossare questa maglia. Ed è un onore potersi allenare con Icardi, Perisic o Brozovic».
E Spalletti?
«Il mister mi è stato parecchio dietro durante la preparazione, mi riprendeva e spronava a dare sempre il massimo per farmi crescere. Durante le esercitazioni stavo spesso con Keita, che fa il mio ruolo: mi ha dato tante indicazioni importanti».
Ma il suo idolo è?
«Beh, sono cresciuto nel mito di Ronaldinho e adoro Neymar. Il Sud America ce l’ho nel Dna».
Ha debuttato in A a 15 anni: cosa ricorda di quel giorno?
«Quando stavo per entrare pensavo a il mio percorso nelle giovanili, ma una volta in campo è stato tutto naturale. Lì per lì non ho dato troppo peso nemmeno all’occasione da gol avuta. Solo il giorno dopo ho realizzato cosa stava accadendo».
L’obiettivo stagionale?
«Lo scudetto con la Primavera. Il sogno è riuscire a debuttare in prima squadra, magari a San Siro».
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