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Le squadre vorrebbero ridurre la struttura del Meazza, trasformandola in uno spazio con negozi, musei, campi per il calcio femminile, giovanile e sport di base. All’incontro di ieri, per i club erano presenti l’amministratore delegato nerazzurro Alessandro Antonello insieme ai manager di Oaktree, e il CEO del Milan Giorgio Furlani con gli advisor Giuseppe Bonomi e Nicholas Gancikoff.
Secondo Carpani, mantenere il calcio, magari con le squadre Primavera e femminili, potrebbe aggiungere valore al progetto. Ha anche sottolineato che l’intervento dovrà essere di alta qualità architettonica, soprattutto per il benessere dei residenti, e dovrà mantenere la memoria e l’affetto legati al vecchio San Siro. Sul secondo anello, tema già oggetto di ricorsi al Tar, si è sbilanciata: «Secondo me sì, sarà possibile intervenire su una parte, ma bisogna attendere proposte concrete. Al momento, parliamo di indirizzi e criteri».
Carpani ha chiarito che attualmente non esiste un vincolo sul secondo anello, costruito negli anni Cinquanta, perché non ha ancora raggiunto i 70 anni di età, requisito che scatterà alla fine del 2025. Tuttavia, ha precisato che il secondo anello potrebbe comunque avere un interesse architettonico semplice e che il passaggio di proprietà da pubblico a privato non attiverà automaticamente il vincolo. Se il trasferimento avverrà prima, la tutela de iure decadrà.
Tuttavia, ha ribadito che la priorità è avere un progetto convincente e condiviso, che possa resistere anche in caso di un eventuale vincolo privato. San Siro, infatti, non è stato progettato integralmente da un architetto come il Franchi di Firenze, ma è frutto di interventi successivi: «È come una cipolla, con primo, secondo e terzo anello. Non è facile gestirlo. Anche se la tutela de iure decadrà, ci aspettiamo lealtà reciproca». Ha poi ricordato che il progetto richiede una condivisione, considerando i vincoli paesaggistici e monumentali che circondano la zona.
Tornare al progetto del 2019 potrebbe essere l’ultima occasione per evitare che Milan e Inter si spostino a San Donato o Rozzano, lasciando San Siro vuoto. Carpani ha dichiarato: «Dobbiamo evitarlo, sarebbe una sconfitta per tutti, anche per la conservazione del patrimonio. Una struttura abbandonata e senza funzioni si degrada, e non conviene a nessuno». L’incontro è stato descritto come costruttivo e rigoroso. I club hanno capito che almeno una parte dello stadio andrà conservata, ma hanno confermato che la rifunzionalizzazione porterà più verde, meno consumo di suolo e una rigenerazione del quartiere", si legge.
(Fonte: calcioefinanza.it)
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