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Sanchez, l’eore cileno in cerca di riscatto all’Inter. E che intesa con Lukaku

Francesca Ceciarini

Il nuovo arrivato in casa Inter aiuta spesso le persone della sua terra natale

Libero ci offre un bel ritratto di Alexis Sanchez, ultimo arrivato in casa Inter, una delle ciliegine di questa fine di mercato che si aggiunge già a una buonissima torta offerta dalla dirigenza a Conte in questa lunga estate di mercato:

""Da Pirlo a Seedorf, da Cannavaro a Roberto Carlos, fino ai più recenti Bonucci e Coutinho, l’Inter è da sempre considerata una regina dei talenti fiutati prima e scaricati poi, capaci di fare le fortune di squadre rivali e costringere i dirigenti nerazzurri a mangiarsi le mani. La nuova era Marotta-Conte, però, sembra iniziata in nome di una totale rivoluzione copernicana. Godin, fenomeno all’Atletico Madrid, preso a zero; Sensi, talentino inseguito da tutte e big, già decisivo in nerazzurro; soprattutto, la nuova coppia gol di fenomeni in cerca di riscatto formata da Lukaku e Alexis Sanchez," scrive Libero parlando di questa sessione di mercato positiva e pragmatica, ovvero svolta soprattutto guardando le esigenze del mister.

Sanchez è arrivato ieri a Milano insieme a Biraghi:

""L’arrivo del cileno ieri a Malpensa (con tappa obbligata alla clinica Humanitas per le visite mediche) è, sulla carta, un affare d’oro: prestito secco con ben 7 dei 12 milioni di euro di ingaggio pagati dal Manchester United. La stessa squadra che ha lasciato partire pure il gigante belga in direzione Milano. In pratica Conte, che ha già accolto Biraghi (ieri mattina le visite mediche al Coni, arriva in prestito con diritto di riscatto fissato a 12 milioni, ne guadagnerà 2 per 5 anni), si ritrova un attacco da top club a prezzo di saldo".

Sanchez ha dimostrato di avere una discreta intesa con Lukaku nella loro esperienza al Manchester  United:

""E che attacco. Perché se è vero che Sanchez a Manchester è stato un flop, è altresì vero che il “niño maravilla” (ma attenzione: il suo vero soprannome in Cile era “ardilla”, lo scoiattolo) in Italia ci è esploso, all’Udinese di Guidolin (21 reti). La serie A, dunque, la conosce bene, e a 30 anni, dopo un lungo peregrinare in squadre di prima fascia (Barcellona, 47 gol, Arsenal, 80 gol, e appunto United) ha l’occasione per rilanciarsi ad altissimi livelli. Col “talismano” Lukaku di fianco. Con i Red Devils Sanchez ha messo a segno solo 5 reti, ma il primo fu a gennaio 2018 nella partita contro l’Huddersfield: un 2-0 firmato proprio da lui e da Lukaku; il secondo contro lo Swansea, altro 2-0 e sempre Lukaku-Sanchez i marcatori; e come se non bastasse nella stessa partita il cileno servì pure l’assist al belga. Qualcosa, tra i due, funziona.

""Da Old Trafford, tuttavia, Sanchez intende portare con sé i ricordi belli dell’intesa con Lukaku ma cancellare tutto il resto, a partire dal numero di maglia. La “sua” 7 all’Inter l’ha scelta Icardi, quindi il cileno dovrà ritornare al passato e prendere la 17 dei (bei) tempi dell’Arsenal. Talismani a parte, toccherà a Conte rigenerarlo, rimettendo in moto quella macchina infernale fatta di dribbling, finte e saltelli".

"Sanchez in patria è un vero eroe e da ragazzo che è cresciuto nella povertà assoluta si ricorda delle sue origini umili e quando c'è bisogno aiuta la gente del Cile e della sua città natale:

""Sì, saltelli, quelli che ha imparato a fare tra le strade di Tocopilla, in Cile, quando giocava scalzo, e mentre correva era costretto a saltellare per evitare di calpestare qualche pietra. Quando il sindaco lo vide, decise di regalargli il primo paio di scarpini della sua vita. Forse anche per questo il suo legame con la città cilena resta così forte: ha una via intitolata per iniziativa dei concittadini, torna sempre a casa per le feste e nel periodo natalizio insieme ad alcuni amici si traveste da Babbo Natale e va in giro a distribuire regali ai bambini. In Cile, in realtà, è una star un po’ ovunque, ed è facile intuire il perché: vanta 130 presente con la Roja (primo davanti all’ex interista Medel), 43 gol (altro record) e nel 2015 segnò il rigore decisivo per la conquista della Copa America vinta in casa contro l’Argentina. Molti di loro sa- ranno felici di rivederlo in campo anziché sulle tribune inglesi o in qualche film (come “Mi amigo Alexis”, in cui interpreta se stesso aiutando un bambino appassionato di calcio a sfondare), e come i tifosi dell’Inter si augurano che, ora che non è più “niño”, agli ordini di Antonio Conte possa almeno tornare “maravilla”.

( Libero)