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Santon: “Il ritiro? Si è spenta la luce. Mourinho è come quello dell’Inter”
Davide Santon, ex terzino dell'Inter, ha concesso un'intervista ai microfoni del Messaggero qualche giorno dopo la decisione di ritirarsi dal calcio giocato. Queste le sue parole: «È stata molto dura. Ad un certo punto si è spenta la luce e ho avuto molto tempo per pensarci. L'ultimo anno a Roma è stato da fuori rosa e ho maturato la decisione che era arrivato il momento di smettere. Ci siamo così visti con la Roma e abbiamo deciso insieme di chiudere il nostro rapporto. Avrei potuto anche strappare qualche contratto a presenza ma non mi divertivo più. E così ho smesso».
«In questo mondo quando la scintilla non c'è più, è difficile andare avanti. Andrea è un caro amico, lo conosco bene e se ha deciso di smettere è perché non ne ha più».
«Sì, soprattutto all'inizio. Quando sono finito fuori rosa è venuto spesso a vedere i miei allenamenti. Abbiamo parlato, gli ho detto che nello spogliatoio avrei potuto dargli una mano ma non potevo garantirgli poi un impiego stabile in campo. Non sapevo quante partite potevo reggere».
«Non penso sia stato lui a decidere. Perché parlando con i miei compagni, sapendo come si era speso Pellegrini per farmi reintegrare, probabilmente anche Mourinho lo scorso anno mi voleva in rosa. La decisione è stata del club. Poi dopo una stagione fermo, non mi sono più ripreso».
«Mi chiamava il bambino (sorride). No, non è cambiato. È chiaro che gli anni passano per tutti e quindi anche per lui. Però quando lo vedo in panchina, ha la stessa passione, lo stesso amore di quando era all'Inter. È contento di essere qui a Roma».
«Sa che sceglierne uno è impossibile? Ho giocato con gente del calibro di Eto'o, Milito, Vieira, Stankovic, Cambiasso, Samuel... Per un periodo la coppia d'attacco dell'Inter era Adriano-Ibrahimovic! Ho giocato con un certo Luis Figo, pallone d'oro. Ma anche nella Roma, arrivai l'anno dopo l'addio di Totti. Ho giocato con Dzeko, De Rossi con il quale siamo rimasti amici».
«Che gara. Vengono entrambe da una brutta sconfitta, giocheranno per vincere. La differenza la farà la giocata del campione. Due nomi? Dybala e Lukaku».
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