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Saputo: “Stadi e diritti Tv fanno la differenza. Le proprietà americane vedono…”

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Intervistato dal Corriere della Sera, il patron del Bologna analizza la situazione del calcio italiano che attrae sempre più proprietà americane

Gianni Pampinella

Intervistato dal Corriere della Sera, il patron del Bologna, Joey Saputo, è tornato sull'esonero di Sinisa Mihajlovic. "Posso dormire tranquillo la sera. Io e la società abbiamo fatto di tutto per aiutare l’uomo e l’allenatore. Non mi interessano le critiche di chi non conosce i fatti".

Qual era la situazione?

«Abbiamo dato fiducia a Sinisa perché aveva ancora la squadra in mano. Stava meglio, pensavamo che la situazione sarebbe migliorata per lui, per noi prima di tutto c’era il suo benessere. Poi abbiamo iniziato male la stagione, i risultati non venivano e il bene del Bologna viene prima del resto».

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Lei è stato uno dei primi americani a sbarcare in serie A. L’hanno spinta le sue origini italiane?

«Anche, ma non solo. Negli ultimi anni il calcio italiano ha perso tantissimo, le proprietà americane sono diventate così tante perché ci vedono una grande opportunità di riportarlo in alto».

In Lega c’era la chance dei fondi d’investimento, ma è saltata. Un’occasione persa?

«Erano una grande opportunità anche per gli stadi. Gli impianti fanno la differenza insieme ai diritti tv. In Canada la Premier League la vedono tutti. La serie A in tv non si sa mai dove cercarla. Quando la trovi vedi immagini di stadi vuoti: non invogliano i tifosi. Qui il livello non è alto come in Europa, ma gli stadi sono pieni, la gente li vive e ci si diverte: la partita non è tutto. Il nostro progetto di ristrutturazione del Dall’Ara è molto avanti, conto che a marzo avremo il via libera».

Però voi in America avete un campionato chiuso, in stile Superlega. Le sarebbe piaciuto vederlo in Europa?

«Non poteva essere applicato. Sarebbe stato un male per il calcio italiano e per tutti gli altri campionati europei».

(Corriere della Sera)

 

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