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"Provocazione: per il futuro del mister rossonero, un successo nella stracittadina potrebbe contare più della rimonta sulla Roma nei quarti di Europa League. La tesi del mondo milanista è che sia nato un complesso di inferiorità nei confronti dell’Inter nella squadra, e che solo un nuovo allenatore possa cambiare questa entropia. Perché di contro, l’Inter sembra aver intrapreso la strada corretta della stabilità, dentro e fuori dal campo, quella che di solito porta a lunghi cicli di vittorie o, comunque, di costanti possibilità di vincere. Il discorso sugli allenatori è un’ottima sintesi dei due volti di Milano. Il volto di Inzaghi è sempre stato concentrato ma disteso, quello di Pioli spesso irrequieto e arricciato. E fa strano ricordare che due anni fa era il contrario, con Pioli che volava sorridente verso uno scudetto insperato ai danni di un Inzaghi incupito. Ma è probabilmente in quel momento che l’inerzia si è ribaltata perché Pioli si è un po’ specchiato nel successo mentre Inzaghi ha capito su cosa lavorare per redimersi. La sfera emotiva dei due allenatori è visibile chiaramente nelle squadre"
"Il Milan è una squadra da monetina per aria. Non è in grado di controllare e gestire i ritmi, le distanze tra i giocatori sono ampie e lo sforzo richiesto per mantenere equilibrio è enorme, motivo per cui ci sono stati tanti infortunati. L’Inter è tutto il contrario: controlla e gestisce i ritmi, i calciatori sono vicini tra loro in ogni fase del gioco e così spreca meno energia, sia mentale sia fisica. La conseguenza è che il Milan vive di alti e bassi mentre l’Inter non va mai sotto uno standard minimo. Il paradosso è che il modello del Milan per il salto di qualità definitivo dovrebbe essere proprio l’Inter, colei che lunedì prossimo potrebbe decretarne la morte sportiva vincendo il sesto derby consecutivo e il primo scudetto numero 20 della città"
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