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"Come se vincere in anticipo annacquasse un trionfo come quello a cui è avviata l’Inter o come quello del Napoli di Spalletti. Dovrebbe invece valorizzarne la dimensione, l’eccezionalità. Quanto ci piace evidenziare i demeriti dei vinti piuttosto che i meriti di chi vince. Non riusciamo a pensare che, se molte squadre vanno male, è anche perché una va molto bene. Difetti che ha pure chi stravince perché, come detto, ormai vince chi lavora meglio piuttosto che il più forte. Abbiamo esempi di squadre che si impongono su una competizione lunga, complessa e faticosa come il campionato italiano, pur sempre patria della tattica, ma pensiamo sia dovuto alla mancanza di competitività delle partecipanti. Non sappiamo riconoscere il buon lavoro dei professionisti italiani, ad esempio di un allenatore come Spalletti o Inzaghi che fa giocare bene la propria squadra, di un dirigente come Marotta o Ausilio o Giuntoli che costruisce una buona rosa, di un presidente che compie le scelte corrette"
"Abbiamo un campionato in cui la competenza sopperisce alla mancanza di denaro ma non ce ne accorgiamo. L’Inter stasera sfida l’Udinese e può superare quota 80 punti dopo 31 giornate, eppure si parla da giorni dell’impossibilità di vincere lo scudetto prima del derby. A nessuno sportivo vero interessa quando si vince un titolo. Basta vincerlo. E quando uno sportivo lo stravince, gli altri applaudono. E l’anno dopo provano a farsi applaudire. Questa la teoria. Quando la mettiamo in pratica?"
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