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Savelli (Libero): “Agonia Inter a Bergamo. Pochi cambi di Spalletti? Forse c’è un motivo…”

Il giornalista ha analizzato la pesante sconfitta dell'Inter con l'Atalanta

Andrea Della Sala

Domenica nera per l'Inter. La squadra di Spalletti cade malamente a Bergamo contro l'Atalanta, prende 4 gol e non dà mai la dimostrazione di essere in partita. Su Libero, questo il commento di Savelli:

"L’unica nota positiva per l’Inter è che gli errori sono arrivati tutti insieme in una sola partita. Non c’è stato niente di corretto a Bergamo, la partita è nata male ed è finita peggio. È stata un’agonia anche perché Spalletti non ha saputo tamponare l’emorragia, che era evidente fin dai primi secondi di partita. O forse non ha voluto. Altrimenti non si spiega perché abbia confabulato per quasi tutto il tempo con il vice Domenichini senza però cambiare un uomo o la sistemazione tattica. Forse ha preferito che i suoi calciatori si rendessero conto della pochezza della loro prestazione, della correttezza della sconfitta. Li ha responsabilizzati esponendoli alle difficoltà anziché proteggendoli, anche se appare piuttosto tafazziano. Non c’è altra spiegazione, perché Spalletti non è un uomo arrendevole, nemmeno di fronte ad un’Atalanta imbattibile. La squadra di Gasp è tornata in sé dopo le difficoltà di inizio stagione, dove pagò l’inizio anticipato e la delusione per l’Europa sfumata. Ha conquistato la quarta vittoria di fila, ma mai aveva dominato in questo modo. Non si può parlare di perfezione solo perché ha nuovamente sprecato troppe occasioni, al punto che si è ritrovata sull’1-1. Dovrà diventare cinica per compiere un ulteriore salto di qualità. L’Inter invece deve eliminare le giustificazioni. Utilizzare le fatiche di Champions come scusa è inutile e non è nemmeno legittimo perché non possono spiegare tutta la bruttezza di Bergamo. Rimane ancora un limite da eliminare".

"La sconfitta è arrivata come se fosse fisiologica. Forse i giocatori pensavano di averne diritto dopo 7 vittorie e il pareggio con il Barcellona. È vero, non si può vincere sempre, quindi il ko non deve preoccupare, però il modo in cui è arrivato non è da Inter. Non può esserlo. È come se d’un tratto fosse tornata la vecchia squadra apatica e presuntuosa, rimasta sorpresa da un’Atalanta che ha fatto esattamente le cose che sa fare (e che tutti ormai conoscono, vedi le palle ferme sfruttate dai difensori). Bisogna capire se è stata un’eccezione o tornerà ad essere una regola. Ecco perché l’Inter contro il Frosinone dopo la sosta si gioca il futuro", analizza Libero.

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