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Linus e Nicola Savino, punte di diamante di Radio Deejay che con il loro "Deejay chiama Italia" intrattengono milioni di ascoltatori ogni giorno, sono inseparabili ma divisi dalla passione del tifo. Uno bianconero, l’altro nerazzurro. Nicola Savino seguirà la partita a San Siro e crede nello "scherzetto" ai bianconeri.
È facile vivere fianco a fianco, ogni giorno, con uno juventino? «Con Linus è divertente. Gli sfottò ci sono sempre,ma ormai fanno quasi parte del nostro rapporto. Poi, ora che le due squadre sono così distanti in classifica è ancora più facile. Se entrambe fossero in lotta per lo scudetto non sarebbe la stessa cosa».
All'andata l'Inter vinse 3-1 e fu così la prima squadra a violare lo Juventus Stadium. Come è stato il suo post partita? E il lunedì cosa le ha detto il suo collega? «Ero allo Juventus Stadium con Alessandro Cattelan e altri amici. Ho goduto tantissimo. Noi eravamo in grande rimonta, la Juve era in calo. Appena ho visto Linus gli ho detto "Tremate che stiamo arrivando". Già dalla domenica successiva ho dovuto rimangiarmi le parole».
Come finirà Inter-Juve? «Il pronostico è difficile, ma mi auguro di poter fare un bello scherzetto alla Juve. Quando l'Inter vive queste stagioni abbastanza anonime, le gare più importanti dell'anno diventano il derby e la partita con la Juve. E spesso le vinciamo».
Chi è invece l'uomo per cui stravede in questa Inter? «Escluso il capitano Zanetti che per noi interisti è una divinità, a me piace Cassano. Quando tocca la palla mi regala fremiti di goduria. E non è uno evanescente: è l'unico in questa Inter che risveglia il pubblico dal torpore».
Cosa ne pensa di Antonio Conte? «Sta facendo un ottimo lavoro e mi dà la sensazione di essere un vero rompiscatole, un martello. Però nel senso buono del termine: i giocatori lo ascoltano e lo seguono sempre perché poi temono le sue reazioni e le sue urla».
E di Andrea Stramaccioni? «Mi piace che un allenatore giovane alleni l'Inter. Spesso ci dà l'impressione di essere un po' incerto, di cambiare troppo la formazione. Detto questo io spero che resti allenatore dell'Inter in eterno, perché non ho mai imitato nessuno così bene».
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