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La conferma più stridente, e deludente, domenica sera: una perfetta sintesi del suo non nuovo impatto sulla partita. Poca intensità, poco dinamismo, atteggiamento molle ai limiti della superficialità: quasi un corpo avulso rispetto alla squadra. Il perché di questa fragilità, che più che caratteriale sembra mentale, è un rebus un po’ per tutti, all’Atalanta. Ma per risolvere il “caso”, si è scelta questa via: abbassare le aspettative che bene o male il ragazzo ha addosso, sulle spalle. Il che però non significa protezione assoluta, a priori, ma da meritare.
Il tecnico ha difeso Scamacca, anche se non ad oltranza. Ed è sembrata una scelta precisa, com’era stata quella di chiedergli di «correre di più», messaggio già lanciato in tempi non sospetti, ad inizio stagione e poi di nuovo un mese fa. Dunque il Gasp ha ribadito indirettamente («Oggi i difensori partecipano di più alla costruzione del gioco: ora toccherà agli attaccanti correre e rientrare di più»), ma ha anche aggiunto una carezza. I numeri dicono che i suoi 7 gol li ha segnati tutti partendo dall’inizio: in realtà i fatti spiegano che non tutte le volte che è stato titolare ha fatto bene, semmai che quando ha fatto bene lo era", chiude il quotidiano.
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