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Tornato in Italia dopo le sperienze in Portogallo (con lo Sporting Lisbona) e in Inghilterra (con il Brighton), Ezequiel Schelotto si è dovuto fermare dopo sole 4 presenze per un brutto infortunio subito nella gara contro il Torino. Intervistato da gianlucadimarzio.com, l'esterno del Chievo è ritornato sulla sua breve e sfortunata parentesi all'Inter: "Era la mia grande occasione, giocare in un grande club come l'Inter. I sei mesi con Stramaccioni andarono bene, ci fu il derby (dopo ne parleremo), giocai abbastanza. Ma era un'Inter ancora legata al Triplete, piena di campioni che avevano vinto tutto con Mourinho. Ero giovane e non mi fu data la possibilità di far vedere quello che valevo. Mazzarri? Non mi considerava. Non mi mise in rosa per quella stagione. Senza una spiegazione, senza darmi la possibilità di farmi vedere. Non chiedevo la maglia da titolare, ci mancherebbe, ma volevo giocarmela. Volevo dimostrare di valere l'Inter. E' dura allenarsi da solo. Nel campo accanto ai tuoi compagni, mentre fai il tuo lavoro, ma sai che comunque non ti puoi giocare le tue carte. Io so benissimo che siamo dei privilegiati, che facciamo un lavoro che dura quanto, due ore? E poi abbiamo il nostro tempo libero. Che guadagniamo tanti soldi per giocare a calcio, ma siamo anche noi uomini. Con delle emozioni, con delle aspirazioni, con dei sogni. E quindi non essere libero di poter fare il tuo lavoro è frustrante, non hai modo di dimostrare. In più io al tempo dell'Inter ero giovane ed orgoglioso. Non chiesi mai perchè non mi dessero la possibilità. Non bussai mai alla porta di Mazzarri per chiedergli perchè, forse oggi lo farei. Un rimpianto? La rescissione di contratto con l'Inter. Fu un errore. Tornassi indietro continuerei a lottare, provando a convincere l'allenatore che Schelotto all'Inter può giocare".
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