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Schelotto: “Stramaccioni mi ha portato all’Inter, squadra del mio cuore. Moratti…”

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L'ex esterno destro nerazzurro è tornato in Italia: nella prossima stagione giocherà in Serie D con il Barletta
Fabio Alampi Redattore 

Ezequiel Schelotto, ex esterno dell'Inter e tornato in Italia per giocare in Serie D, con il Barletta, ha parlato ai microfoni di Sportitalia: "La voglia di giocare c'è sempre. Per il mio modo di essere, è sempre stato così. Lottare sempre, guardare avanti. A 34 anni mi sento una persona molto matura, ma che impara sempre nella vita qualcosa di nuovo. Venire a giocare in Serie D sarà una cosa nuova, ma lo affronterò con la stessa voglia: quella del Galgo, del lottatore che non si ferma mai, a cui piace correre e dare l'esempio".

Una volta che ti ritirerai, cosa vorresti fare?

"Il mio obiettivo è quello di fare il corso d'allenatore una volta che mi ritirerò. Già ho iniziato a parlare con la gente di Coverciano: in questi ultimi anni mi è venuta questa voglia, mi piacerebbe allenare. In questo momento però ho solo voglia di giocare".


Quali allenatori ti hanno ispirato maggiormente in carriera?

"Ho avuto la possibilità di stare con gente che ha vinto tantissimo, o di giocare con tanti campioni che sembravano allenatori in campo. Quello che vorrei essere io qui a Barletta. Posso nominarti Bisoli, con il quale nei primi anni a Cesena abbiamo centrato le promozioni, Simeone a Catania nella sua prima esperienza a Catania. Donadoni, una persona che stimo tantissimo, mi dispiace che non possa allenare in Italia, spero possa tornare. Colantuono all'Atalanta, Stramaccioni che mi ha portato nella squadra del mio cuore, l'Inter. Casiraghi, che quando sono andato in Nazionale mi ha parlato tanto del fatto che mi voleva con gli Azzurri, un numero uno. Prandelli mi ha insegnato tantissimo, portandomi ad un passo dal giocare un Europeo. Jorge Jesus allo Sporting, uno tosto che stimo tantissimo. Poi ce ne sono anche tanti fra i dirigenti".

Per esempio?

"Su tutti ricordo Marino, che mi portò all'Atalanta, una delle persone per cui provo più affetto nel mondo del calcio. Moratti fra i presidenti, mi abbracciò dopo il gol nel derby. Sto dimenticando tante persone, perché ho avuto molta fortuna di condividere il mio percorso con tanti grandi personaggi".

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