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Caso scommesse, Caressa: “Aspettiamo le carte della magistratura. Tre possibilità”

Eva A. Provenzano Caporedattore 

Le parole del giornalista su quanto accaduto dopo le rivelazioni di Corona su Fagioli, Tonali e Zaniolo e le scommesse su siti irregolari

«Ci sono tre possibilità: o hanno giocato su siti irregolari ma non sul calcio è quindi è prevista un'ammenda legale ma non c'è niente dal punto sportivo. Oppure hanno scommesso sul calcio e per un calciatore è una cosa seria. E se hanno giocato sulla loro squadra, in questo caso, è una cosa serissima. Se escono presidenti proprietari che hanno scommesso sulle loro squadre a quel punto si parla di retrocessione per illecito diretto, come se i giocatori hanno scommesso sulle loro squadre». Così Fabio Caressa sul caso scommesse che è partito da quanto accaduto con Fagioli ed è continuato con Zaniolo e Tonali.

«Su tante cose scritte c'è un po' di ignoranza. Non è che se uno gioco è ludopatico. Ma c'è una serie di cose per andare al posto giusto per parlare di ludopatia e di malattia, è una cosa che deve essere definita a livello medico. Questa è una dipendenza psicologica ed è molto più complessa da provare a livello legale. Non parliamo di ludopatici. Perché quella è una cosa seria, rovina famiglie e vite, non un milionario che scommette, parliamo di gente che rovina generazioni. Parliamo tenendo conto delle giuste conoscenze. Quando ci sono scommesse irregolari ci sono gli alert, che è quello che si voleva evitare. Bisogna vedere cosa hanno in mano i magistrati», ha spiegato.

«Bisogna anche ricordare che Corona ha fatto un lavoro giornalistico, ma ha tutto il vantaggio a far sembrare la cosa enorme. Io non ho ancora una grande convinzione sulla dimensione, la dimensione non l'abbiamo ancora capita. Si parlava di Cremona come la fine del calcio italiano, ma la montagna ha prodotto pochi topolini, aspettiamo, dobbiamo aspettare le carte e vediamo come vanno le cose. Se vogliamo parlare di concetti generali la dimensione economica è insopportabile, si parla di soldi come se nulla fosse, il calcio sembra un lavandino bucato e facciamo pensare ai giocatori che i soldi siano tutti, anche gli agenti. Il procuratore è una figura paterna e se c'è dentro un procuratore e gli rovina la carriera, che procuratore sai, non so se ce ne sono dentro, ma chi è intorno ai ragazzi a volte gli fa perdere la dimensione delle cose», ha concluso.

(Fonte: SS24)



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