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Sconcerti: “A Milano si vive una crisi epocale. Se ne esce solo spendendo…”

L’estrema complessità del calcio oggi a Milano consiste nel trovare una soluzione che non faccia male a chi la pensa. Perché quella di Milano non è una crisi tecnica, è una crisi di epoca. Non è cominciata adesso, va avanti da almeno tre...

Francesco Parrone

L’estrema complessità del calcio oggi a Milano consiste nel trovare una soluzione che non faccia male a chi la pensa. Perché quella di Milano non è una crisi tecnica, è una crisi di epoca. Non è cominciata adesso, va avanti da almeno tre anni. Non ha una soluzione generale, vive di bugie. In estrema sintesi sono finiti i soldi, ma bisogna trovare un modo di affrontare la volgarità che questo rappresenta. Berlusconi parla del Milan come di un pezzo del suo cuore, ma il Milan è il cuore di tanti altri. In altre parole, Berlusconi può dire quali garanzie offre alla competitività del Milan o vive solo di nostalgia? Il calcio è una proprietà pubblica a capitale privato. Era vero quando costruiva movimenti politici vincenti, è vero oggi che la moneta si è rovesciata. Non ci sono vie alternative, o ci sono investimenti o non c’è calcio importante. Il problema del Milan oggi non è cosa offrono i vari Mister B per comprare il Milan. È cosa offre Berlusconi per rimanere al Milan. Può dirlo? Potrebbe specificarlo? Si potrebbe togliere il Milan dai problemi di eredità familiare o, peggio, di conti personali con Galliani? O si è una Chiesa o si è tutto il resto. Se si è una Chiesa, si può parlare solo con l’Universo. Il calcio è l’unica fede in cui la credibilità è sempre in gioco. 

L’Inter è quasi la stessa cosa solo più vergine, più coperta di ingenuità. Thohir sta cercando di portare al guadagno una società che ha perso per vent’anni circa cento milioni l’anno. Non si può fare, il calcio moderno è un’industria, ha regole ferree. Ma chi spiegherà il cambiamento copernicano agli interisti, ai tifosi in genere, cioè ai veri clienti, coloro per i quali anche i capitani d’industria globali fanno i debiti? Anche Thohir in sostanza, se vorrà avere fascino, dovrà mettere soldi suoi. Non è una buona regola, è solo un dovere del calcio. E il prezzo è comunque giusto. Se i cumenda degli anni cinquanta si pagavano col calcio una popolarità cittadina, i nuovi ricchi si pagano oggi una popolarità mondiale il cui prezzo è difficile da stabilire. Ma se chiedi quanto costa vuol già dire che non te lo puoi permettere.