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Il giornalista Mario Sconcerti dalle colonne del Corriere della Sera fa un'analisi sulle situazioni vissute nelle due società milanesi prima del derby della Madonnina: "Non ricordo un derby che sia stato presentato con l’annuncio del ridimensionamento di una delle squadre in gara. Quello che ha detto Barbara Berlusconi è stato molto importante e rischioso. Il suo slancio di generosità ha chiarito alla squadra i propri limiti, questo non porterà facilità di gioco, tenderà anzi ad allungare la squadra, a favorire una piccola fuga dalle responsabilità individuali. Ma Barbara ha fatto anche qualcosa di profondamente nuovo, un atto di sincerità che volta pagina nel Milan immaginario degli ultimi anni. Forse esagero, ma sembra l’inizio di una conduzione finale diversa, non politica, non spettacolare, ambiziosa ma realistica. Non so se Barbara se ne sia resa conto fino in fondo, ma il suo avversario per la prima volta è stato il padre, la sua linea esistenziale di gestione del Milan.
Galliani è stato superato di slancio, è un operativo di cui discutere, non un riferimento di linee politiche. Oggi il problema è la ricostruzione e come comunicarla. Un rapporto del tutto nuovo con la piazza, anche rischioso. Un rapporto molto poco berlusconiano, ma certamente da nuova leadership. Se così il Milan si avvia al derby con questa forte novità intrinseca, l’Inter ci arriva con il solito pullman pieno di nomi e situazioni. Quello che colpisce è la mancanza di discussione dentro l’Inter sulla quantità di trasferimenti. L’Inter ha comprato e sta forse comprando tantissimi giocatori, molti dei quali sono stati in contraddizione con scelte precedenti. È come se un acquisto cancellasse l’altro, non aggiungesse niente. Mancini insegue sempre l’idea successiva. E l’Inter accetta sempre di portargli nuovi cataloghi.
In sostanza c’è un uomo forte (Mancini), ma non un’idea forte. Stimandolo molto, mi auguro che Eder porti la chiave che da Shaqiri in poi è stata sempre cercata e mai trovata. Certamente è un ottimo giocatore, ha cose in più, caratteristiche da aggiungere. Ma credo anche che sia soprattutto Mancini il primo ad aver bisogno di quella pace tecnica che la partita si appresta a celebrare".
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