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Sconcerti: «Aria nuova sul mercato, si investe sui giovani e Inter e Milan…»

Lorenzo Roca

L’opinionista del Corriere della Sera Mario Sconcerti dà la sua opinione sulla nuova ondata di mercato che sta caratterizzando la Serie A: «Questa pioggia di nuovi giovani importanti sul mercato ha più significati. Il primo è che...

L'opinionista del Corriere della Sera Mario Sconcerti dà la sua opinione sulla nuova ondata di mercato che sta caratterizzando la Serie A: «Questa pioggia di nuovi giovani importanti sul mercato ha più significati. Il primo è che siamo esattamente un anno dopo i Mondiali. Se due anni prima di un Mondiale si rafforza la generazione da cui usciranno le squadre, l’anno dopo si va tutti alla ricerca del nuovo, si cambia generazione. Altra cosa importante è la migrazione continua. Pochi giocano nei paesi natali. La migrazione obbligata fa crescere forse peggio ma più in fretta, costringe all’ambizione o all’abbandono. Quasi tutti i nuovi giovani non sono inoltre ventenni, hanno quei due-tre anni in più che chiudono il vuoto tra una promessa e il piccolo campione ormai possibile. L’ultima ragione, forse la più importante, è che la crescita complessiva della qualità ha reso più difficile la selezione. Questo porta a non vedere ancora il nuovo Messi o il nuovo Pirlo, ma ad avere decine di giocatori che ne hanno i sintomi. Si è alzata in sostanza la qualità media, c’è più possibilità di ricerca. La conseguenza negativa è che la mancanza di valori assoluti fa costare subito in modo sproporzionato le promesse. Clausole di rescissione a 30-35 milioni sono ormai all’ordine del giorno anche per chi deve dimostrare quasi tutto. C’è infine una ragione tutta italiana: il ritorno sul mercato di Inter e Milan, la loro necessità di spendere e rifondare, ha portato soldi sconosciuti gli anni scorsi e ha rimesso in moto la concorrenza. Il calcio però ha bisogno di giovani come di vecchi. I vecchi hanno due-tre campionati davanti (tipo Tevez, Ibrahimovic), costano spesso molto d’ingaggio, ma non hanno quasi mai il costo del cartellino. È un altro modo di fare mercato, ma di identica sostanza.  I contratti attuali scadranno quando questi ragazzi saranno al massimo del rendimento. La durata è quasi uguale a quella dei buoni vecchi. Quasi gli stessi anche i rischi. Però quest’aria diversa è piacevole. Ce n’era bisogno».