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Belgio-Italia, Sconcerti: “Barella e Insigne gli uomini chiave. Lukaku deve ancora…”

Belgio-Italia, Sconcerti: “Barella e Insigne gli uomini chiave. Lukaku deve ancora…” - immagine 1

Dalle colonne del Corriere della Sera, Mario Sconcerti parla dell'attesa Belgio-Italia in programma questa sera.

Gianni Pampinella

Dalle colonne del Corriere della Sera, Mario Sconcerti parla dell'attesa Belgio-Italia in programma questa sera.

"Per noi, più il Belgio rimane se stesso, e più è conveniente. Perché lo conosciamo, l’abbiamo battuto quando Lukaku era ancora un ragazzo. La cosa migliore e meno sportiva è trovarlo con gli stessi uomini ma con i migliori quasi infortunati. È quello che sta accadendo. Non c’è un pronostico logico possibile. Lukaku deve ancora segnare un gol decisivo, salvo essere decisiva la sua sola presenza. È una partita in cui abbiamo molte possibilità di perdere, ma questo vale anche per il Belgio. Non è migliore dell’Italia, ha qualche grande individualità in più. Ma una decina di giocatori italiani hanno pochi riferimenti in Europa. Non date retta al mercato, fa sembrare sempre tutto casuale".

Belgio-Italia, Sconcerti: “Barella e Insigne gli uomini chiave. Lukaku deve ancora…”- immagine 2

"Giochi una partita bene all’Europeo e vali 20 milioni in più, ti scoprono tutti. Non è così da tanti anni. Ti scoprono tutti quelli che non sono del mestiere. Che Spinazzola sia quasi un fuoriclasse lo si sa da un pezzo, basterebbe s’infortunasse meno. O che Barella e Locatelli sono esperimenti di grandi giocatori, come Pessina, che ha un ruolo così moderno da avere pochi precedenti. A me sembra un errore partire con Chiesa, lo metterei quando gli avversari hanno già un’ora di partita addosso. Fuori dal pronostico posso dire che preferisco l’Italia perché fa calcio migliore. Saranno fondamentali due giocatori, Barella e Insigne. Nell’importanza tattica compensano la differenza di Lukaku. Ma dovranno incidere. Loro sono in pochi ma molto bravi. Noi siamo più vasti, ma dobbiamo moltiplicarci. Di solito sappiamo farlo".

(Corriere della Sera)

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