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Sconcerti: “Inter squadra di 12-13 giocatori, non di più. Il resto sono cocci estranei”

Andrea Della Sala

Della vittoria dell'Inter in casa dell'Udinese e della lotta al vertice tra i nerazzurri e il Milan ha parlato il giornalista Mario Sconcerti

Della vittoria dell'Inter in casa dell'Udinese e della lotta al vertice tra i nerazzurri e il Milan ha parlato il giornalista Mario Sconcerti su Corriere.it:

"L’Inter ha fatto tutto quello che non aveva fatto a Bologna . Ha corso subito, ha preso il ritmo della partita con i suoi uomini migliori, naturalmente Brozovic, ma anche Barella, di nuovo immediato, quindi decisivo. Ma anche con Dimarco, l’invenzione di Inzaghi per questo finale storto di campionato. Dimarco riassume l’insoddisfazione di Inzaghi e il suo passo avanti. Inzaghi ha sempre giocato con un difensore che veniva avanti, ma non come Dimarco per qualità tecnica e mentalità. L’uomo giusto di Inzaghi sulle fasce è stato per anni Lulic, un ibrido di qualità che gli teneva in equilibrio l’intera squadra, da destra a sinistra, ma sempre come quinto. È quello che rivede adesso in Darmian dall’altra parte".

"Ma in questo finale di accelerazioni e maturità Inzaghi prova ad andare oltre se stesso, sbilancia a tratti l’Inter perché insegue. Gioca con Dimarco, Perisic, quasi sempre Dumfries, cioè gioca con due soli difensori di ruolo, Skriniar e De Vrij. Infatti l’Udinese con Deulofeu spesso mette in discussione la difesa interista, l’Udinese porta avanti bene il pallone fino dentro l’area. Ma decide alla fine la differenza di avere Dimarco. Questo conferma la crescita del giocatore ma anche del tecnico. Va da sé che quando la squadra cambia, nei venti minuti finali arrivi sempre molto disordine. L’Inter è una squadra di dodici-tredici giocatori, non di più. Il resto sono cocci estranei. Il finale un po’ disordinato rientra nei cambi e nell’emozione".

Però anche l’Inter vince in mezzo a un esodo massiccio della sua gente nella lontana Udine, città civilissima, ma code e code sull’autostrada del Primo Maggio. A tre giornate dal termine i due punti di vantaggio sono tanti, ma non bastano. L’Inter va verso due partite buone con Empoli e Samp (ormai salva), più una partita scomoda soprattutto per il Cagliari. È chiaro che deve vincerle tutte. Il Milan adesso ha Verona in trasferta e Atalanta in casa. Non è facilissimo. Ma è molto bello.