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Lungo editoriale di Mario Sconcertisulle colonne del Corriere della Sera. Il giornalista ha commentato così la vittoria dell'Inter contro il Brescia:
"I sei gol dell’Inter segnano soprattutto la fine del Brescia. All’Inter portano una bella figura per tutti, ma non è qui la crescita, è solo un’ottima gestione di gara. La crescita semmai è negli 11 punti che l’Inter ha in più rispetto all’anno scorso. Un gradino è stato fatto, mancano ancora giocatori di personalità capaci di piegare i momenti cattivi della gara. L’Inter ha ottimi interpreti che cercano di accontentare il proprio tecnico. Ne viene fuori spesso un comportamento scolastico. Sono poche le idee, forse per limiti tecnici o forse perché le idee degli altri sono poco gradite al tecnico. Non stavolta, è chiaro. Stavolta la partita è finita sul primo gol anche se il Brescia del dopo virus veniva da due buoni pareggi. In generale quando i campionati arrivano all’alba della 30ª giornata si sentono ormai compiuti. Negli ultimi 10 anni solo una volta chi era in testa adesso non ha poi vinto. Nove volte su 10 vengono anzi confermate tutte le prime tre posizioni, non cambiano più. Naturalmente non è obbligatorio, ci sono state sorprese, ma bisognerebbe andarle a cercare nel tempo, quando tutto era diverso. Oggi è così. Evidentemente 290 partite complessive disegnano ormai un’onda di probabilità corretta. Si segna molto perché si corre poco e male. C’è un lungo velo di stanchezza dovunque, molti falli sono interventi ciechi. Questo giustifica i tanti rigori. Siamo vicini a un piccolo calcio, ma i risultati sono veri".
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