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Nel giorno della finale il giornalista Mario Sconcerti ha analizzato su Calciomercato.com il lavoro svolto dal tecnico dell'Inter Conte e il rapporto con la dirigenza nerazzurra:
"E' più l'Inter di Marotta o quella di Conte? Nel giorno della finale, ha meno senso chiederselo. Lavorare insieme e non amarsi è in fondo il destino di chiunque, ma ci sono nel calcio meriti che restano. E' indubbio che Conte abbia allenato bene una squadra costruita per lui da Marotta e Ausilio, qualsiasi lezione al di fuori di questa non è reale.
Lautaro con Spalletti stava per esempio crescendo, spesso faceva la riserva, ma l'avevano trovato e portato Marotta e Ausilio. E' vero che Asamoah è scomparso, ma nelle prime 7 partite dello scorso anno, prima di infortunarsi, era titolare come con Spalletti; ci sono volute una trentina di partite a Conte per scoprire l'importanza di Gagliardini, mentre Ausilio e Marotta hanno portato Eriksen, mai titolare ma sempre trasferibile con un affare in ogni momento.
Il risultato semplice, scontato, è che in una grande società tutti hanno un ruolo: i 2-3 dirigenti maggiori sono alla pari con il tecnico, nei trionfi e nei disastri. Non c'è uno bravo se gli altri due non lo sono. Nel giorno della finale europea, anche Conte dovrebbe capirlo e stringere la mano".
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