Il giornalista Mario Sconcerti ha commentato la prestazione dell’Italia con l’Ungheria e anche quella dei due giocatori dell’Inter Dimarco e Barella:
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Sconcerti: “Dimarco il migliore, sorprendente. Barella si è occupato del suo momento confuso”
"È stata una buona Italia, da piccola battaglia, con spunti tecnici insistenti nonostante le assenze fossero almeno tante quanto le presenze. C’è stata partita finché Raspadori non ha sbloccato il risultato, finché l’Ungheria ha potuto giocare il suo calcio di rimessa. C’è stato poi un finale sopra le righe che ha inorgoglito soprattutto Donnarumma, bravo tra i pali, ma destinato a negarsi qualunque uscita alta per una psicologia privata che lo sta cambiando. Il migliore è stato Dimarco, è sorprendente la sua facilità di essere dentro la partita in modi diversi, la facilità con cui genera cose importanti. Lo schema di Mancini era il più adatto a chi cercava risultato senza avere gioco all’altezza. Di Lorenzo e Dimarco hanno chiuso il campo e raddoppiato in avanti, Barella si è occupato del suo momento confuso, Cristante ha corso per tutti, sia pure al suo ritmo”, si legge sul Corriere della Sera.
“Il vero estraneo è stato Gnonto, che pure ha inciso nel rimpallo del primo gol. È sembrato di una categoria troppo lontana. Difficile capirne la scelta, ma anche nel suo giudizio è giusto adeguarsi al risultato. Questa Nations League è comunque l’ultima conferma di una realtà geopolitica. Le nazionali dei grandi campionati classici (Inghilterra, Italia, Germania, Spagna) sono quelle più in difficoltà perché sono piene di stranieri. Questo moltiplica lo spettacolo interno ma raddoppia il danno internazionale, perché gli stranieri, portati in un grande campionato, migliorano, crescono e tolgono il posto ai giocatori di casa”, spiega sul Corriere.
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