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Sconcerti: “Due vittorie e l’Inter smette di fare mercato. Ma la rinuncia a…”

Il ritorno di Kakà, così come è avvenuto, cioè senza la partenza di El Shaarawy, è al fondo una buona idea per tutti.È contento il popolo milanista, forse un po’ sospettoso sulla senilità crescente del giocatore, ma ancora...

Francesco Parrone

Il ritorno di Kakà, così come è avvenuto, cioè senza la partenza di El Shaarawy, è al fondo una buona idea per tutti.È contento il popolo milanista, forse un po’ sospettoso sulla senilità crescente del giocatore, ma ancora sinceramenteemozionato dal suo nome. È un buon affare per il Milan che per fargli spazio ha nel frattempo preso i soldi di Boatenge tolto il suo ingaggio dai conti. Il saldo economico ha l’aria di essere attivo.

È stato un affare anche per il Real Madrid che pagava 10 milioni netti un giocatore pochissimo utilizzato. Resta una domanda, chi è adesso Kakà? C’è una parte di risposta certa: non è più quello della prima volta. Ha perso forza nelle gambe, ha meno scatto, meno progressione. La parte meno chiara della risposta riguarda semmai la qualità che ancora gli rimane. Nessuno si dimentica di saper giocare a calcio. Kakà ha tecnica da fuoriclasse, può essere importante anche senza i vecchi ingredienti. Soprattutto nel ruolo che mi sembra abbia deciso di assegnargli Allegri. Sarà il trequartista dietro due punte, Balotelli e Matri (Pazzini). El Shaarawy partirà spesso dalla panchina, il resto toccherà a lui.

L’idea è quella di dare un partner in area a Balotelli, creare una confusione fisica organizzata che renda inevitabile il gol. Questo conferma anche che quando si avevano piccoli dubbi sulla possibilità che Balotelli ed El Shaarawy fosserouna coppia esatta, non erano ragionamenti scorretti. La sintesi tecnica è Kakà al posto di Boateng, altro giocatore discontinuo. Non sono ipotizzabili crolli di rendimento nel Milan. Sostituendo Boateng, Kakà avrà meno responsabilità, toglie poco, ha solo possibilità di aggiungere. Non lo aspetterei come acquisto decisivo, non credo possaesserlo. Ma come una grande spinta a una squadra in cerca di riferimenti, questo sì.

L’Inter chiude con gli uomini che aveva. Le due vittorie in campionato hanno anche troppo rasserenato l’ambiente. Si punta tutto sul ritorno di Milito, da usare sul centrosinistra con Palacio dall’altra parte, due attaccanti quasi solitari ma dalla straordinaria facilità di segnare. L’impressione è che si sia rinunciato troppo presto ad acquistare giocatori di fascia, soprattutto per l’importanza che quello spazio ha nel gioco di Mazzarri

Ha cambiato molto la Roma autrice di un mercato quasi incredibile. 80 milioni incassati da tre grandi cessioni, Marquinos, Lamela e Osvaldo, quindi la possibilità di pagare molto i sostituti. La somma algebrica porta a una bella squadra un po’ stretta nei ricambi e con un centravanti (Borriello) che fa fatica a diventare decisivo. Il destino della Roma sta nel destino degli altri. Tolta la Juve, nessuno è davvero più forte. I giocatori decisivi sono pochi, HamsikBalotelli, Pogba, Palacio, Totti, Vidal, pochi altri. Questo porterà equilibrio in alto e facilità di risultati contro le medio piccole. Quindi molti punti per tutti. I tentativi finali della Juve di trovare prime punte significa che le critiche di Conte dopo la cessione di Matri hanno lasciato il segno. Gilardino è una fotocopia, a conferma che l’affare Matri è stato del tutto economico. Gira e rigira, gli affari degli ultimi giorni hanno spinto soltanto il Milan. Non vedo altri affari che riescano a cambiare le gerarchie. Ha preso un buon centravanti il Chievo, Ardemagni, ma questa è chiaramente un’altra storia.