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Sconcerti: “Eriksen non è mai un errore. Vale tre volte il prezzo pagato dall’Inter in qualsiasi mercato”

Il giornalista ha parlato del danese arrivato all'Inter a gennaio e del suo adattamento al calcio italiano

Andrea Della Sala

Arrivato a gennaio, Eriksen non è ancora riuscito a imporsi nell'Inter. Conte lo ha impiegato più a gara in corso che da titolare e il danese quando in campo ha dimostrato di non riuscire a incidere come ci si aspettava. Del danese ha parlato sul Corriere della Sera il giornalista Mario Sconcerti:

"Gioca a pallone come non molti in Europa, ma non basta mai. Ha un ruolo esatto, è un trequartista che rifinisce per gli altri e ha doti anche per il gol. Sembra dunque tutto semplice, ma lo è stato poche volte anche prima dell’Inter. Nessun tecnico ha mai voluto perderlo, ma quasi nessuno ha cambiato la squadra per lui. Il trequartista oggi o è l’attaccante più leggero o fa la mezzala avanzata, con tutto quello che significa in esattezza di posizione e marcature. Eriksen come mezzala avrebbe bisogno di due centrocampisti fissi alle spalle, ma questo cancella il ruolo del regista, spesso occupato dal migliore della squadra. Nell’Inter è Brozovic. Con Eriksen nel suo ruolo le squadre finiscono per pendere da una parte. C’è bisogno di aiuti dalle fasce abbastanza continui. Puoi compiere questi sacrifici se fai di Eriksen lo scopo di tutto. Ma devi essere ben ripagato. Questo non può accadere sempre. E quando accade anche di meno porta il ragazzo in panchina, come successo in questa stagione al Tottenham.

Puoi forse impiegarlo come Zeman impiegò Totti, sulla fascia sinistra. Ha reso bene anche in quel ruolo, è uno che quando va in verticale con la palla al piede, spezza il campo e conclude. Ma significa rinunciare a tutto un assetto. Sono sacrifici che lo stesso Conte fece al Chelsea quando passò dal suo schema abituale al 3-4-1-2 proprio per mettere Hazard in condizioni di stare in partita. E vinse il campionato. È auspicabile succeda anche all’Inter, perché Eriksen assomiglia davvero a un grande giocatore. Non deve essere scoperto, deve capire lui e deve essere capito dagli altri. Eriksen non è mai un errore. Ha comunque tre volte il valore per cui è stato pagato su qualunque buon mercato europeo. È che noi vorremmo fosse Dybala o Pirlo, ma lui è una via di mezzo, un’ottima integrazione. Non è una leggenda, è una proposta di ottimo calcio. Non ama correre senza palla, ma ha un ottimo senso dell’inserimento. Conte lo sa. Eriksen fu quello che fermò la corsa del Chelsea dopo tredici vittorie consecutive. Se rinunciano a qualcosa entrambi, la sottrazione potrebbe dare un risultato straordinario".

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