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Sconcerti: “Il calcio decide in poche ore: scelta forte in un momento in cui l’UE va in pezzi”

Le parole del noto giornalista sulla decisione della Uefa di rinviare Euro 2020 e di fermare il mondo del calcio per l'emergenza Coronavirus

Alessandro De Felice

Nel consueto editoriale sul Corriere della Sera, il giornalista Mario Sconcerti commenta la decisione della Uefa di rinviare Euro 2020 all'estate 2021 per permettere alle varie federazioni europee di poter concludere i campionati, sospesi temporaneamente per far fronte all'emergenza Coronavirus.

"Le decisioni forti del calcio sui calendari internazionali sono il primo vero intervento di politica comune europea. Sono state prese iniziative impensabili che riguardano tutti. Il calcio come una sola nazione finalmente unita ha funzionato e insegnato forse a non aver paura di decisioni comuni. L’Europa è più pronta dei suoi padroni a stare insieme, ad avere un interesse comune. Certo il calcio è solo un riassunto dell’Unione, ma non banale. Perché arriva diritto alle persone, produce interessi ma anche sentimenti. Cosa che l’Europa delle nazioni ha più difficoltà a trovare, gioca sul freddo. Il calcio parla in modo semplice perché non ha confini, appartiene a tutti. Lo spettacolo unisce in modo naturale. Il guadagno diventa facilmente comune e costruisce forza. L’Europa del calcio non è sempre giusta, spesso è venale, di solito egoista. Ma vive, crea quotidianamente, e quando fa tardi, come stavolta, può recuperare in un giorno. Nel tempo in cui Schengen va in pezzi, in cui le nazioni si isolano, il calcio prende in poche ore decisioni che riguardano tutto il mondo".

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