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Sconcerti: “Milan e Inter avanti, poi Roma e Juve. Lukaku e Di Maria i migliori”

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Mario Sconcerti dice la sua sulla nuova stagione che inizierà domani alle 18.30. Tra corsa scudetto e singoli giocatori

Alessandro Cosattini

Mario Sconcerti dice la sua sulla nuova stagione che inizierà domani alle 18.30. Così il noto giornalista sportivo al Corriere della Sera ha parlato della corsa scudetto in Serie A e non solo: “A me sembra ci siano due squadre pronte, Milan e Inter, più due grandi squadre da finire di costruire, Roma e Juve. Il Napoli è indietro in questa corsa. Le quattro squadre di testa hanno più cose. Non va trascurata nel conto la differenza dei tecnici. Per ridisegnare la Juve non hai mai tempo, sei subito pressato. Il Milan è l’unica squadra davvero giovane, va capito al secondo anno quanto questo porti vantaggio e dove apra qualche limite. Vincere due volte va pensato, impegna mentalmente molto più che vincere la prima volta. L’Inter è quella forse più leggera in panchina. Si può girare intorno all’argomento, ma la sensazione è che Conte non sarebbe arrivato secondo. Cosa avrà imparato Inzaghi dal suo primo anno? Ha soluzioni diverse, una tenuta migliore sui cambi, pensa di aver sbagliato qualcosa nella gestione? E che cosa si è preparato di diverso? Sono problemi che la Roma non ha. La Roma ha uno dei tecnici più vincenti ed esperti al mondo. Mourinho fa confusione e polemiche, ma sbaglia poco. E sa quando blandire un arbitro o quando aprire la rivolta.

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Alla fine decideranno i grandi giocatori, cioè gli artisti portati a declinare i trucchi delle due geometrie. I migliori in assoluto sono due, Di Maria e Lukaku, entrambi con un contratto di un anno, a conferma della criticità del nostro calcio. Lautaro si avvia a quel genere d’importanza, Dybala potrebbe tornarci, Osimhen potrebbe perfino andare oltre, Berardi è il più regolare da molti anni ma non riempie mai gli occhi di chi non sa guardare. Vlahovic è un fenomeno triste, ma sicuro. Zaniolo è il più moderno dei fantasisti, con qualità e fisico. La sua modernità non è nella classe, ma nel disordine che porta. È una macchina senza pilota, il suo vantaggio è non sapere dove andrà. Non costruisce, spiana. Pessina potrebbe essere una sorpresa, Jovic gioca come pochi al calcio, ma gli si chiedono solo gol, forse la cosa che ha meno. È quasi un dieci, non un centravanti”, le sue parole.

(Fonte: Corriere della Sera)

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