- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
ultimora
Mario Sconcerti sulle colonne del Corriere della Sera ha commentato la partita di ieri tra Juventus e Inter.
"A Torino è stata una partita oscura, le squadre erano molto preoccupate, rispettavano entrambe l’avversario. Così c’è stato poco gioco, molte buone intenzioni ma quasi mai portate a compimento. L’Inter aveva un centrocampista in più, questo ha messo piuttosto in imbarazzo la linea mediana della Juve perché per marcare Brozovic bisognava scalare fino ad avere Mandzukic su Gagliardini. Così l’Inter, che era inferiore uomo su uomo, riacquistava energia come ordine di reparto. È stata l’Inter nel primo tempo la più insistente e anche quella con più tempo per impostare, ma non aveva idee finali. Nonostante la buona qualità complessiva, mostrava più facilmente il suo lato incompiuto, la sua sperimentazione, come un risultato che non riesce a esprimersi. La Juve ha giocato non meno bene, semplicemente meno, ma quando ha attaccato è stata più in partita. Ha sofferto direi quasi per coerenza, questa era una partita da Marchisio, forse anche da Sturaro. Restando con le prime firme, ha costretto Dybala a giocare quasi da mediano e Khedira e Pjanic a rincorrere l’uomo in più interista.
È nata una partita illogica, infatti non decisa da una supremazia evidente ma da un tiro da lontano che poteva essere di chiunque. L’impressione finale è che la Juve sia più matura come somma di individualità, che vada a memoria là dove l’Inter deve ancora pensare. C’è anche una differenza di qualità, la Juve combatte di più, cancella i meriti degli altri, gioca da più tempo. In sostanza l’Inter non è stata battuta, è stata soprattutto contenuta, gestita. Pur essendo la Juve in una notte un po’ sbagliata, fatta apposta per mettere in evidenza più i limiti che i vantaggi del nuovo metodo. Per una partita epica è mancata l’enfasi, sono venuti meno gli eroi. Higuain, Icardi, lo stesso Dybala, lo stesso Gagliardini, tutti buoni e normalizzati, tutti presi a guardarsi seriamente negli occhi per capire il proprio silenzio. Alla fine una partita di cioccolata, ma di puro fondente. Un buon sapore ma non cacao", le parole del giornalista.
(Fonte: Corriere della Sera)
© RIPRODUZIONE RISERVATA