L'analisi del giornalista Mario Sconcerti dalla pagine dell'edizione odierna del Corriere della Sera: "Quello che è divertente capire oggi è se l’Inter sia già molto vicina al modello Juve. Se cioè ricominciasse il campionato adesso, dove starebbe la nuova Inter di Pioli, sarebbe già pronta per concorrere? La risposta è un piccolo no. Tutti i sintomi dicono che questa è una squadra interessantissima ma non ancora a quel livello. Perché perde di più e subisce più gol. Poco di più, una differenza che tende ogni settimana a stringersi ma che per ora resiste. In generale, da quando c’è Pioli, l’Inter ha fatto 37 punti in 15 partite. Solo la Juve ha fatto meglio, 40 punti. Il Napoli ha fatto gli stessi 37 punti, la Roma è in scia, le altre abbastanza lontane.
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Questo dà un’idea corretta dell’Inter attuale dimenticandone però la crescita costante. La differenza dell’Inter è che sta aumentando la corsa mentre gli altri rallentano. Sta mostrando soluzioni nuove mentre gli avversari si precipitano un po’ addosso. A me sembra che l’Inter sia la vera novità del campionato, che sia diventata una squadra (i giocatori li ha sempre avuti). Non c’è ancora l’aria di qualcosa di compiuto, ma è arrivata l’impressione di ricchezza complessiva. La grande squadra è quella che ha stima in una grande proprietà. Mi sembra sia quello che è avvenuto. Tecnicamente manca l’uomo dal fascino in più, il carisma in mezzo al campo, forse anche una riserva di Icardi che aiuti gli attaccanti ad arrivare da soli a 40 gol, ma la squadra è molto forte perché non prevedibile, di tasso tecnico alto.
La Juve è ancora avanti, a questi livelli vince chi può tenere Pjaca in panchina, Marchisio a guarire lentamente. Ma di strada ne è stata fatta tanta. L’Inter fa esplodere l’Atalanta che aveva cominciato benissimo la partita. È stata come cancellata da una reazione a catena, un vento improvviso che l’ha resa bambina costringendola a sbagliare qualunque movimento. Impossibile vedere tanta fragilità in una squadra così forte. Preso un gol si è sentita subito sporca e per salvarsi ha rinunciato a pensare. Un disastro".
(Fonte: Mario Sconcerti, Corriere della Sera 13/03/17)
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