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Sconcerti sugli Europei: “Come finale vedo Italia-Inghilterra. Mancini…”

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Intervenuto sul Corriere della Sera, Mario Sconcerti ha detto la sua sull'Europeo e sull'Italia di Mancini

Matteo Pifferi

Intervenuto sul Corriere della Sera, Mario Sconcerti ha detto la sua sull'Europeo e sull'Italia di Mancini:

1 Siamo ormai ai quarti di finale. Cosa hanno portato di nuovo o di diverso questi Europei?

È stato un buon Europeo. La qualità media si è alzata, quasi tutte le partite sono state equilibrate. Direi che c’è molto professionismo in campo, più abitudine al calcio migliore. Tutte le squadre cercano di giocare la palla, anche quelle che erano più deboli. Si sono chiuse, ma senza picchiare, cercando di fare la partita. Ho visto molto gioco di squadra, poche individualità. È stato il torneo dei centrocampisti e del mestiere. Le mezze ali di oggi sono mediani che si sono evoluti, non sono finissimi ma danno copertura e hanno corsa. Il successo internazionale del 4-2-3-1 ha costretto i mediani a pensare, a diventare registi. Questo ha rassicurato il gioco di tutti e portato nuovi modelli di centrocampisti. Penso a Forsberg della Svezia, capace di correre, pensare e segnare quattro gol come Lukaku. Poi a Rice e Phillips dell’Inghilterra, due registi paralleli dietro la metà campo. A Sabitzer dell’Austria, a Soucek, a Renato Sanches. Giocatori che noi non abbiamo perché siamo a un livello diverso di evoluzione. Verratti e Barella sono atipici per qualità, caratteristiche e fisico. Gli altri sono più completi, quindi più tattici, hanno fisico e buona qualità. I nostri hanno mezzi profondi a cui gli altri non arrivano. Jorginho e Verratti, tolto Modric, hanno pochi paragoni nella nuova Europa. Anche Locatelli, che però è più inglese, meno latino. Poi Pessina, il più giocatore di tutti, la differenza che può farci vincere davvero.

2 Quali sono state le sorprese più grandi?

Non la Francia, che poteva con la stessa facilità vincere il torneo o fare la fine che ha fatto. Se uno come Mbappé segna un gol nelle ultime dieci partite in Nazionale, vuol dire che il gioco è sporco, scorre male da tempo. Le vere sorprese sono state Inghilterra e Italia perché arrivavano da lontano e hanno pochi giocatori su cui appoggiarsi. L’Inghilterra non vince un titolo dal 1966, paga con la Nazionale l’enormità del suo movimento. Oggi è una squadra, ha due soli giocatori che aveva nell’ultimo europeo. Ha trovato l’attaccante, Sterling, e non prende gol. Non ha più caratteristiche inglesi, sono entrati anche loro nel grande mucchio globale, ma ora sono moderni. Hanno dato risalto all’altra novità, il declino del numero dieci. Ne hanno tre bravissimi, Foden, Sancho e Grealish. Sul mercato valgono tra i 90 milioni e l’impossibile. Ma oggi nessuno gioca titolare. Southgate ha trovato l’equilibrio con Saka e un difensore in più. Non mi aspettavo questa velocità e qualità dall’Ucraina. Invece stanno bene in campo ed hanno individualità importanti come Zhincenko e Yarmolenko, tutti e due di squadre inglesi. In più gli ucraini hanno una lunga sosta invernale, adesso sono nella loro migliore condizione. Non metterei tra le sorprese i quarti raggiunti da Repubblica Ceca, Svizzera e Danimarca. La Svizzera degli immigrati era da tempo pronta per un salto in avanti. I cechi erano arrivati ai quarti anche nel 2012, i danesi addirittura hanno già vinto un Europeo. Questo è un torneo asimmetrico. L’ultima volta andò in semifinale il Galles e nei quarti anche Polonia e Islanda. L’hanno vinto Russia e Grecia. Sono tornei di tutti perché equilibrati, dove tutti si sono scolarizzati a vicenda.

3 È stato il primo europeo con la Var. Buon risultato?

Direi proprio di sì. Ci hanno forse insegnato ad usarla più correttamente, con meno frenesia, rispettando il gioco. Le partite sono tornate ad avere un suono più continuo, senza le interruzioni isteriche che si vedono in Italia.

4 Ultima domanda: i pronostici da qui alla fine?

Vedo una finale Inghilterra-Italia. Perché Mancini è un uomo che piace alla fortuna e perché siamo più completi del Belgio nei sedici giocatori che alla fine vanno in campo. Non siamo la migliore Nazionale della nostra storia, ma in questo tempo abbiamo costruito una squadra quasi miracolosa con i cinquanta giocatori che sono convocabili nel nostro declinante movimento. Per capire da dove veniamo basta un dato: sono rimaste in gioco sette Nazionali oltre a noi, con 26 giocatori a testa. In totale 182 giocatori. Sapete quanti di questi giocano in Italia? Solo 14.

 

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