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Il noto giornalista, Mario Sconcerti, dalle pagine del Corriere della Sera, parla della partitissima di oggi tra Inter e Juventus: "La Juve non è paragonabile all’Inter, troppo più squadra, solisti migliori, superiore coscienza di forza, perfino classifica doppia. Ma se c’è una partita in cui l’Inter può giocare finalmente bene è questa con la Juve. Perché non dipenderà da De Boer, i giocatori troveranno carattere da soli, non avranno bisogno né di schemi né di stimoli. Avranno San Siro e il valore della propria singola azienda personale da mettere in campo. Correranno, lotteranno di sicuro, il resto si vedrà. Può essere una partita scomoda perché nemmeno è solo bella. Infatti Allegri è ombroso, parla di umiltà, di necessità di ritrovare la vecchia arroganza difensiva. La Juve è in sostanza un po’ piena di sé e un po’ meno sicura nel luogo del campo in cui nascono le idee. Sfumature, direi quasi riccioli di una squadra completa che ogni tanto cerca di divertirsi. Ma in quegli spazi barocchi un’ Inter arrabbiata può creare problemi. I grandi giocatori inespressi, e l’Inter ne ha molti, prendono spesso i grandi avversari come una vacanza dalla modestia. Sono terrorizzarti dal dovere della continuità, non dall’impresa. Su quella campano per altre 5 partite discontinue. Tatticamente è una gara che si adatta molto anche alla Juve, quella senza colpi di tacco e una difesa lunga, compatta. Per poi farla salire col tempo, fino a schiacciare l’avversario nell’ultima mezzora. È una partita talmente anomala e indipendente da contare forse poco anche per i rischi di De Boer. Non la vedo una gara da tecnico, vedo più una gara da giocatori. De Boer dovrà però capire l’italianità della partita, gestirla più a modo nostro che a modo suo. Capire che anche per lui non è più un esperimento, è ormai una risposta. Il vantaggio di Allegri è conoscere e saper guidare la Juve, a ogni gesto corrisponde un cambiamento sul campo. Quello di De Boer può essere l’improvvisazione. Non guidi la partita stasera, guidi il risultato, fin dall’inizio. E lasci all’Inter la sua voglia di fare."
(Corriere della Sera)
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