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Sconcerti: “Mancini un predestinato. C’è una cosa misteriosa che lo ha portato a…”

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Dalle colonne del Corriere della Sera, Mario Sconcerti parla dei primi passi mossi da Roberto Mancini come allenatore

Gianni Pampinella

Dalle colonne del Corriere della Sera, Mario Sconcerti parla dei primi passi mossi da Roberto Mancini come allenatore. Tutto è iniziato alla Fiorentina dove lo stesso giornalista era un dirigente.

"C’è una cosa misteriosa e geniale che ha portato Mancini a diventare allenatore: furono due gol di Baggio alla Fiorentina quando in un febbraio lontano vent’anni giocava ancora nel Brescia. Mancini ha sempre capito la differenza di Baggio in assoluto, ma non credo l’abbia mai paragonata alla propria. Erano due giocatori diversi, Mancini non capiva perché confrontarsi. Un po’ per spocchia, molto per senso del calcio. Comunque fu Baggio a tenerlo ai margini dell’Italia e fu per non stare ai margini che Mancini rinunciò all’Italia. Quel sabato i due gol di Baggio cacciarono Fatih Terim dalla panchina della Fiorentina e costrinsero me, che ne ero un dirigente, a cercare il sostituto. Era un sabato di neve, stavano chiudendo le autostrade".

Sconcerti: “Mancini un predestinato. C’è una cosa misteriosa che lo ha portato a…”- immagine 2

"Mancini era a Cortina, gli chiesi di arrivare in serata. Cinque ore dopo era a Firenze, non so come abbia volato sulla neve. Un’ora dopo era il nuovo allenatore. Nessuno tra i suoi colleghi lo voleva. Azeglio Vicini ne era il presidente e apriva un coro quasi astioso. Non avevano torto, Mancini un mese prima aveva giocato quattro partite con il Leicester, era cioè ancora un giocatore. Accettarlo come tecnico sarebbe stato un doppio tesseramento. Noi chiedevamo una deroga. Ma c’era nei vecchi tecnici anche qualcosa di personale, sentivano che Mancini era predestinato, lo era sempre stato. Mancini cominciava il suo mestiere. Grazie ai due gol di Baggio e una battaglia vinta contro il suo stesso mondo". 

(Corriere della Sera)

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