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Sconcerti: “Moratti? Perdere mld sa di dilettantismo. Thohir? I casi sono due”

Francesco Parrone

Negli ultimi 60 anni, senza la famiglia Moratti, l’Inter ha vinto solo 3 scudetti, quasi quanto Lazio e Fiorentina. Thohir è un esperimento, ma per capire l’esperimento bisognerebbe sapere cosa si cerca, cosa vorrà tentare. I Moratti...

Negli ultimi 60 anni, senza la famiglia Moratti, l’Inter ha vinto solo 3 scudetti, quasi quanto Lazio e Fiorentina. Thohir è un esperimento, ma per capire l’esperimento bisognerebbe sapere cosa si cerca, cosa vorrà tentare. I Moratti sono sempre stati presidenti che hanno messo di tasca loro molti soldi, Massimo quasi un miliardo e mezzo, in media 60 milioni l’anno per coprire non tanto i debiti quanto i deficit di gestione. Ora i casi sono due: o Thohir è un mecenate del tipo arabo che vuole aggiungere popolarità ai suoi soldi, o è un imprenditore vero. In quel caso, dal calcio vorrà guadagnare. Prima investirà, poi chiederà il conto. Nelle età dei diritti tv non è impossibile vincere e guadagnare con il calcio, ma per adesso non c’è riuscito nessuno. Non il calcio inglese, che ha 4 miliardi di deficit imputabile quasi soltanto alle prime 5 squadre, né il Real né il Barcellona. Siamo in sostanza davvero alla fine di un’epoca.

Siamo stati abituati a giudicare un presidente dai soldi che amava rimetterci. Non è più così, non è augurabile losia nemmeno per Thohir. Non è dignitoso perdere ogni anno decine di milioni, sa di spreco e di dilettantismo. Prepariamoci a un’Inter diversa, difficile sia migliore, difficile trovare uno che metta i soldi di Moratti. Si può però sperare che Thohir spenda meglio. Di sicuro cambierà tutti i manager, si affiderà a una vecchia bandiera ma gli altri saranno solo uomini suoi. È anche strano sentir parlare di garanzie chieste da Moratti per i tifosi. Chi compra prende tutto, anche il diritto di deludere. Non credo avrà molti ricchi del mondo che lo seguiranno in Italia. Le nostre società, così come stanno, non hanno niente. I giocatori sono in affitto, gli stadi dei comuni, i centri sportivi persi in provincia su terreni difficilmente edificabili. Resta solo il marchio, che è un punto di partenza non di arrivo. Vediamo dunque Thohir, speriamo ci stupisca, ci insegni qualcosa. Altrimenti avrà molto presto qualcosa da imparare lui.