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Sconcerti: “O il protocollo o le regole del paese. Come sciogliere il nodo?”

Il giornalista ha commentato le ultime decisioni dell'Ats che ha rinviato Inter-Sassuolo dopo la positività di 4 nerazzurri

Andrea Della Sala

Sulla decisione dell'Ats di rinviare Inter-Sassuolo e sul possibile via libera per i nazionali nerazzurri in caso di tamponi negativi si è espresso il giornalista Mario Sconcerti a Calciomercato.com:

"Se un’Asl dice di mettersi in quarantena non c’è dubbio che siamo tutti tenuti a farlo. Siamo anzi obbligati da una legge dello Stato, proprio come sta accadendo in questi giorni e come accadrà almeno fino a Pasqua. Le società di calcio fanno tre tamponi a settimana, ma questo non evita i contagi, certifica che ci sono. Nessun tampone è in grado di dirti cosa succederà domani. Infatti sono molti i casi di malattia nelle squadre. Il protocollo del calcio si dice che non esiste più, è un vecchio compromesso superato dalla discrezionalità delle Asl. Benissimo". 

"Ma se il crollo del protocollo rende tutti uguali davanti alla sanità pubblica, perché il campionato gioca e nessun’altro no? Perché noi stiamo a casa e i giocatori, inessenziali come tutti noi, vanno perfino in giro per il mondo? Delle due l’una: o vale il compromesso del protocollo e allora si può giocare a certe condizioni, o valgono le regole del paese e allora vince il lockdown per tutti. Qualcuno sa sciogliere il nodo?".

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