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Sconcerti: “Recuperi infiniti ai Mondiali? Insostenibili per il campionato”
Mario Sconcerti, nel suo editoriale per il Corriere della Sera, ha parlato dei recuperi extra che si stanno vedendo ai Mondiali in Qatar: "C'è una sola spiegazione per i tempi di recupero infiniti: si è scelto di arrivare al tempo effettivo, con l'orologio che si ferma a ogni fallo laterale e qualunque altra interruzione. Non c'è più una partita complessiva, ma due situazioni diverse, una quando la palla è in campo e una quando il gioco è fermo. L'idea è circolata altre volte ma non è mai stata presa seriamente. L'interruzione casuale è una parte fondamentale del calcio, sta dentro il gioco a pieno titolo. Non perdere tempo inutilmente, questo sì è un problema, ma il recupero serve a compensare la lentezza. Ma non si può ogni volta far ripartire l'orologio. Il recupero è sempre stato il riassunto del tempo perso, non la replica. Oggi si accetta perfino il recupero sul recupero, 2 minuti su 10 sono il 20%. Come recuperarne 18 ogni partita. Non credo sia una buona idea. Trasportare la nuova abitudine in campionato temo sarebbe insostenibile. Avremmo il 20% dei gol concentrati in quei minuti, aumenterebbero tensioni e polemiche. Un Mondiale ripara gli effetti grossolani dall'alto della sua autorevolezza e con la fretta del suo calendario. Nei campionati avremmo 380 partite da allungare a discrezione dell'arbitro.
Se il calcio deve cambiare in un modo così drastico, è necessario avere nuove regole scritte, condivise. Oggi stiamo cambiando su riflessioni individuali. Mi sembra un mestiere troppo facile, come se l'aria del Qatar autorizzasse il calcio a libertà abbastanza estreme. E calpestato un diritto, poi un altro, si potesse andare avanti più tranquilli a calpestare. Gli arbitri sono sacerdoti non pensatori, di solito obbediscono alle inclinazioni dei politici. Ma conoscono il gioco e sanno che quanto sta avvenendo è contro ogni natura tecnica dell'evento. Presto forse reagiranno, forse lo stanno già facendo. L'unico lato buono è che se si voleva sperimentare un nuovo modo di gestire le partite, il fallimento è stato evidente."
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