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Intervenuto sulle colonne del Corriere della Sera, il giornalista Mario Sconcerti ha parlato così della possibile ripartenza della Serie A:
"Davanti a un calcio che forse ricomincia, è quasi impossibile giudicare con i vecchi valori. Siamo davanti a una classifica sconosciuta. Oltre due mesi di inattività portano il cuore di un atleta ad assomigliare a quello di un settantenne, lo sforzo va dosato non usato, ci vuole il tempo di riabituarlo al ritmo secco della gara. Giocheremo poi molte gare in poco tempo, cioè l’opposto di quello che sarebbe giusto fare per riallenare i muscoli. Ma il fisico di ognuno di noi in fondo è solo una lunga opinione, non lascia certezze su niente".
INTER IN CONFRONTO A JUVE E LAZIO - "L’Inter è forse la meno fisica fra le tre, un centrocampo con Candreva-Barella-Brozovic-Sensi dovrebbe ritrovare energia prima degli altri. Certo non Lukaku, ma Lautaro sì".
TUTELA DEI GIOCATORI - "Girando intorno ai problemi tecnici si arriva all’ultimo, importante, dovuto al virus. I giocatori sono di due tipi: gli italiani (40%) e gli stranieri (60%). E non hanno le stesse idee su quando ricominciare. Diciamo che c’è una versione patriottica e una più mercenaria, decisamente prudente. I dubbi però hanno spaventato e contribuito ad affermare diritti dei giocatori che nessun protocollo aveva considerato. È ormai ritenuto non percorribile un ritiro lungo quanto la riapertura del calcio, cioè una reclusione di tre mesi continuati dentro un albergo senza vedere nessuno. Il ritiro iniziale durerà normalmente, 15 giorni, poi i giocatori dopo ogni partita torneranno in famiglia. Questo è più pericoloso ma più corretto. E stabilisce che le decisioni sul calcio vanno prese ormai insieme ai giocatori, azienda contro azienda. Proprio pensando al valore dell’azienda-calciatore, è inedito ma normale che tocchi ormai al giocatore salvaguardare se stesso, tenere i comportamenti giusti per rischiare il meno possibile. È un cambio di concetto epocale. Vedremo se reggerà".
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