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Sconcerti: “Cristiano Ronaldo il miglior attaccante del dopoguerra. Ronaldo il Fenomeno…”

Mario Sconcerti, sulle colonne del Corriere della Sera, ha tessuto le lodi di Cristiano Ronaldo, citando anche Ronaldo il Fenomeno nel paragone

Matteo Pifferi

Intervenuto sulle colonne del Corriere della Sera, Mario Sconcerti ha parlato così di Cristiano Ronaldo:

"Cristiano Ronaldo ha concluso l’inseguimento a Pelé nella classifica dei marcatori universali ma è una corsa sbagliata. È come chiedersi chi sia stato migliore tra Galileo e Fermi, uno ha inventato la scienza moderna, l’altro parte di quella del futuro. Il tempo cambia tutto: il terreno di gioco, la forma del pallone, la chimica del suo tessuto. Quando giocava Pelé si era ancora ai palloni di cuoio con dentro una camera d’aria. Quando pioveva il peso raddoppiava, da quattro etti e mezzo saliva fino a sfiorare il chilo. Oggi è pelle artificiale, leggera e impermeabile, più veloce, meno prevedibile nella traiettoria. È cambiato il fisico dei giocatori. È aumentato di 10 centimetri in altezza e 10 chili di peso. Pelé fu l’inventore del nuovo gol, lo spettacolo che faceva da cornice alla ricostruzione del mondo, dall’Europa al Giappone. Stupì e vinse nel primo Mondiale trasmesso in televisione, fu una vera e propria apparizione, uno spot universale al dovere di divertirsi. Ha raccontato cose che adesso fanno storia ma non più emozione. Il calcio vive quasi soltanto nel presente. Basta una partita a cancellare l’altra. C’è troppa cronaca per riuscire ad avere memoria. Il passato non conta. Baggio ha smesso da più di 15 anni, tanta gente mi chiede se era bravo davvero. Non lo ricordano più. Detto questo Cristiano Ronaldo è stato a mio parere il miglior attaccante del dopoguerra. Non ricordo altri attaccanti che abbiano avuto la sua costanza nel gol e la sua semplicità di conclusione. Ronaldo non dribbla, evita. Non va oltre l’avversario, lo scansa con la sua finta a rientrare sul destro".

 Getty Images

Sconcerti su Ronaldo, Messi e Pelé

"La sua differenza comincia lì, ma con la finta prepara soltanto la sua prodezza. Ronaldo è tutto nella precisione del tiro e nel saperlo incrociare con potenza. Il tiro trasversale è sempre un problema per il portiere perché gli toglie indipendenza nell’intervento. Non può decidere dove buttarsi perché non conosce ancora la traiettoria. Può solo andare d’istinto. Ma se il tiro è preciso e forte, è sempre gol. Ronaldo ha questo miracolo, sa farlo. Ci sono stati tanti grandi attaccanti, da Romario a Ronaldo a Eusebio, ma nessuno aveva il suo tempo e la sua forza. Ne ricordo solo uno appena paragonabile come rapidità di coordinazione, velocità, potenza, tiro, Paolino Pulici. Riva era più plastico, ma era bello e dannato, fumava, faceva tardi la notte. Unico. Ma tutto questo con Pelé non c’entra niente. Pelé inventava calcio, Ronaldo lo chiude. Sarebbero stati benissimo insieme. Pelé aveva una classe che Ronaldo non ha, l’ha resa schiava della potenza e del marketing. Ha inventato le sue finte quasi 20 anni fa, non salta l’uomo con quelle, ma fanno parte del suo mercato. Pelé fu dichiarato Bene Nazionale del Brasile, quindi intrasferibile per legge. Ronaldo è il simbolo del grande professionismo degli anni Duemila, vali per te stesso, sei solo tuo, non c’è nessuna nazione da proteggere. Credo sia Messi quello più vicino a Pelé, per il tipo di gioco più vasto del semplice attaccante e perché i suoi gol, come quelli di Pelé, partono sempre da un’idea personale, da un movimento oltre l’avversario. Pelé era più atleta, era agile e massiccio, non lo spostavi. E aveva un senso più ludico, tentava colpi non solo utili, provava quello che lo divertiva. Pelé resta però fuori classifica. Ha avuto la fortuna di inventare il calcio moderno, ma lo ha fatto da lontano, fuori da dove si è svolta la storia reale del calcio".

Sconcerti: "Preferisco Messi ma..."

"Messi, come lui, ha giocato in una squadra sola e l’ha resa la migliore del mondo. Anche qui non c’è prova, solo opinione. Io ho sempre preferito Messi a Ronaldo, per esempio, perché sono cresciuto dentro il pensiero dominante del numero 10, che poi derivava da Pelé. Questo eterno ritorno è interrotto dalla spinta di due numeri 10, diversi per indole e gioco, assolutamente nuovi e identici per la facilità con cui hanno ribaltato tutto. Maradona e Cruyff. Anche qui sarebbe bello chiedersi davvero chi ha inciso di più. Si scoprirebbe che al di là dei personaggi e delle loro storie, Cruyff ha costruito il calcio olandese e ha istruito direttamente Guardiola per il calcio di domani. Maradona ha costruito lo spettacolo, Cruyff è stato il vero maestro universale del secolo, le doti naturali che accettano quelle necessarie e ne fanno una cosa sola. Istinto e geometria, il calcio completo".

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