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Dalle colonne de Il Corriere della Sera, Mario Sconcerti parla di due allenatori italiani il cui nome è sulle prime pagine di tutti i quotidiani sportivi: Gian Piero Gasperini e Antonio Conte. Questo il pensiero del giornalista: "Ci sono due effetti diversi che stanno pesando sul campionato: uno è il ritorno di Conte, perché dovunque deciderà di andare, cambierà le prospettive di chiunque. L’altro è l’Atalanta, il suo materiale di studio, il pensiero sempre vago ma forte che ci sia qualcosa di trascendente in alcuni allenatori che li porta vicini alla teoria del tutto. Partirei dall’Atalanta: la prima frase fatta è che resta una squadra giovane basata sull’organizzazione del settore giovanile. Non è così, l’Atalanta è una squadra matura. Toloi ha 28 anni, Zapata 28, Ilicic 31, Gomez 31, Freuler 27, De Roon 28, Masiello 33. L’Atalanta è semplicemente guidata da poca gente che sa molto di calcio. Per capire le trasformazioni anche solo basate sul mercato basta tornare alla squadra che aveva Gasperini alla prima stagione. C’erano Zukanovic, Conti, Kessie, Dramè, Gagliardini, Carmona, Kurtic, Pinilla, Petagna. Nessuno gioca più nell’Atalanta, tutti sono calciatori normali. L’Atalanta ha cambiato nove undicesimi di squadra senza mettere un giovane, solo prendendo dal mercato. Gasperini è il più esoterico tra i tecnici italiani, molto più di Conte che paga tutto con il suo sacrificio. Gasperini non spiega mai come gioca, lascia si dica di lui e ride sotto i baffi con quel piccolo ghigno da chierichetto infranto. Tutti oggi vogliono Conte perché è giovane e perché dà garanzie di risultati con il suo tormento. Ma sul calcio puro è ancora dietro a Gasperini. Conte ha rancore, Gasperini è un pagano limpido. Ma da solo non basterebbe. L’ Atalanta è di più. È l’ultima proposta di calcio dopo Guardiola".
(Corriere della Sera)
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