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Mario Sconcerti riflette sulla crisi economica che sta colpendo il calcio in conseguenza della pandemia, che si sta diffondendo ovunque. Il giornalista sportivo ha provato a rispondere alla domanda relativa alla possibilità che si possa vagliare l'ipotesi di un taglio agli stipendi dei calciatori milionari. Secondo Sconcerti si tratta di un terreno delicato: "In linea di principio sì, ma è una domanda troppo generica per un mondo di professionisti in cui ognuno ha uno stipendio diverso. Per poterlo fare serve comunque un accordo con i giocatori, i quali non sono semplici lavoratori dipendenti e hanno un contratto personale che varia da uno a cinque anni. Quindi sono garantiti. Non esiste trattativa sindacale perché non esiste un sindacato. I calciatori sono rappresentati dai propri agenti, che a loro volta prendono una percentuale sullo stipendio del calciatore. È insomma come dire alla terra di girare alla rovescia. Manca chi può accettare a nome di tutti. Andremmo così davanti ad un numero indefinito di casi risolti non con tagli lineari, ma in base all'importanza del giocatore. In sostanza trovo lo stipendio del calciatore complicatissimo da toccare".
La proposta di Sconcerti: "Più facile abbassare le valutazioni dei giocatori, da 80 a 50 milioni per i migliori, da 50 a 30 per gli ottimi, via via scendendo per i giocatori semplicemente bravi a zone medio basse da 18 e 8 milioni. Quello è il vero risparmio perché una valutazione più bassa diminuirebbe automaticamente anche gli ingaggi. Ma per far questo dovrebbe esserci un accordo tra le società europee. Ancora più complesso di quello fra giocatori".
(Oggi)
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