Il dibattito su chi sia, al momento, il miglior allenatore al mondo è sempre molto acceso, ma è difficile trovare una risposta. Mario Sconcerti, sul proprio editoriale per Il Corriere della Sera, si è limitato al duello Conte-Mourinho, analizzando le differenze tra questi due grandi tecnici: "In questo momento e al di là dei risultati di giornata, dovessi scegliere tra Conte e Mourinho, prenderei senz’altro Conte. È più completo di Mourinho, più affidabile, decisamente preferibile. Ha però ancora vinto meno e ogni vittoria costa a Conte il doppio di quanti costi a Mourinho. Conte è un permaloso che ci cade addosso, soffre di tutto, Mourinho no, trova subito le colpe degli altri. Conte è una candela accesa da due parti, durerà di meno perché non ha difese. Mourinho vive della sua contro-energia, sarà eterno. Caratterialmente sono simili, entrambe vicini al fanatismo del mestiere. Conte è capace di mandarti cento righe di messaggino telefonico perché ha trovato due righe non capite in un commento. Mourinho è rancoroso, ha bisogno di un nemico per rendere al massimo. È sempre in cerca di una prova di forza, con la società, la squadra, un giocatore, un giornalista, meno con se stesso. Tutti e due, essendo eccessivi, danno il massimo, quindi si assolvono per principio. C’è invece fra loro una grossa differenza tecnica".
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Sconcerti: “Tra Conte e Mourinho prendo il primo: è più completo. Mou adora essere…”
Il giornalista ha descritto le caratteristiche di due allenatori rivali: José Mourinho e Antonio Conte
"Conte è stato un giocatore importante - continua Sconcerti - Mourinho un assistente la cui fortuna era conoscere l’inglese. Hanno entrambi modestia quando guardano il calcio, vogliono sempre imparare, ma Conte ha meno fantasia perché gli è servita meno, ha avuto molta pratica. Mourinho deve studiare e inventare di più. Conte è formidabile nel ripetere quello che ha già fatto, nel farlo interpretare ai giocatori in tutti i particolari che cerca e nell’esatto spirito con cui lo aspetta. Mourinho ha un canovaccio potente, ma recita più a soggetto. Non sposta la squadra a seconda del risultato, la cambia proprio. In sintesi direi che Conte è più uomo di calcio mentre Mourinho è più giocoliere, ha più risorse. Ma Conte ottiene di più da una squadra senza bisogno di provocarla, di incattivirla. Sa quello che preferiscono in campo e in allenamento i giocatori. Mourinho è come si guardasse sempre da fuori e valutasse in anticipo il peso dei suoi gesti. Non si accontenta di convincere, vuole stupire. Così Conte va avanti fino allo sfinimento dei suoi ma in mezzo alla loro stima. Mourinho adora essere detestato. È lì che i suoi danno il meglio per lui".
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