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Lo scrittore Lilin: “Vi spiego cos’è lo Sheriff. Rappresenta un potere immenso e corrotto”

Marco Astori

Le parole dello scrittore a Repubblica: "La Sheriff non è solo una holding, ma di fatto rappresenta tutto ciò che muove denaro da quelle parti"

Intervenuto ai microfoni di Repubblica, Nicolai Lilin, scrittore, tatuatore, militare tuttora in servizio per la Repubblica di Transnistria, ha parlato così dello Sheriff Tiraspol e dell'ambiente che circonda la squadra sorpresa di questa Champions League: «No, tifoso non mi sento. Ma martedì sera ero al bar con cinque amici. E tifavano Sheriff. E abbiamo vinto. Una serata che mai avrei immaginato, a tifare per la vittoria di un popolo che vive in una patria che non ha contatti col mondo esterno, nemmeno con la Moldavia di cui è parte. Una vittoria ottenuta da una squadra che rappresenta un potere immenso, corrotto».

Cos’è la Sheriff per la Transnistria?

«Non è solo una holding, ma di fatto rappresenta tutto ciò che muove denaro da quelle parti: ha interessi in ogni campo possibile, leciti e illeciti. Vivere dentro il sistema Sheriff è l’unico modo di immaginare il proprio futuro. Tutti gli impiegati Sheriff, anche i commessi dei supermercati, indossano una divisa con una stella, simile a quella della polizia americana».

Come nasce il sistema Sheriff?

«Nel 1992, con l’indipendenza della Moldavia, vennero mandati da Mosca diversi funzionari del Kgb e di estrazione militare per dare ordine e costruire una forma di Stato in un’area che era a maggioranza etnica russa. Non ci siamo mai allontanati dal nostro passato. In Transnistria il periodo comunista gode di una considerazione assai superiore di quanto non accada in Russia».

Come si vive a Tiraspol?

«Tutto sommato in pace, anche se nel Paese dilaga il malaffare: traffico di droga, anabolizzanti, armi, ragazze destinate al mercato della prostituzione in Occidente. Chi può emigra, spesso in Russia. La mia famiglia è di origini siberiane e ha fatto il percorso opposto perché anti-comunista negli anni 50. Ci destinarono alla Transnistria».