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"Mai detta la parola scudetto". Probabilmente è così. Stefano Pioli quella parola magari non l'ha mai pronunciata direttamente. Neanche quando il Milan era primo in classifica. Ha fatto la stessa cosa Conte. Quella parola è indicibile, innominabile fino a che non si materializza all'orizzonte. O fino a che non si allontana.
Perché oggi l'allenatore rossonero ha ripetuto che dell'obiettivo scudetto lui non ha mai parlato, lo hanno fatto sempre gli altri. Non l'ha detta quella parola. Ma ha risposto a tantissime domande che parlavano proprio di quello, del titolo, e non ha mai escluso che il Milan stesse lottando per vincerlo. Per esempio il 21 marzo gli è stato chiesto della vittoria del campionato in una domanda sulle dichiarazioni di Ibrahimovic e non lo aveva contraddetto. «Ibra fa bene a parlare di scudetto, siamo stati in testa per tanto tempo e ora dobbiamo provare a vincere il più possibile. Dobbiamo giocarci tutte le nostre possibilità da qui fino alla fine». Tutte le possibilità. Compresa quella di vincerlo, ovvio. Cose che non si possono dire, per scaramanzia, quando sembrano vicine o per sano realismo quando sono più lontane.
Pioli non poteva dire con certezza 'vinciamo lo scudetto'. La certezza non ce l'aveva. Non lo ha nominato, per tutta una serie di motivi, anche quando il Milan era primo in classifica. Ma ne ha sempre parlato come di una possibilità, non si è mai tirato indietro quando gli prospettavano la vittoria. L'obiettivo primario nelle sue parole era sempre la qualificazione in Champions. Però hanno continuato a chiedergli dello scudetto e lui anche in passato, a metà febbraio, rispondeva: "Quella parola lì la dite sempre voi, non c’è bisogno che lo faccia anche io. State sicuri che lo farò solamente a maggio".
A maggio quando uno scudetto si può probabilmente vincere. E il Milan ci ha provato eccome. Solo che l'Inter ad un certo momento ha cambiato la sua storia in questo campionato. C'è stato un punto di svolta, ci sono state dieci vittorie nerazzurre di fila e difficoltà rossonere che hanno permesso il sorpasso nel derby. Prima di allora - tra le linee - l'intenzione era quella di puntarci eccome al titolo finale. Gli uomini di Pioli non si erano nascosti. Adesso è un obiettivo più difficile. Chiaro che il 'non ci abbiamo mai pensato' possa tenere lontano pressioni e ansie che nessuno può permettersi a questo punto della stagione.
"Lo Scudetto? La squadra deve pensare in positivo e provare a vincerle tutte. Poi dovremo tramutare le nostre speranze in prestazioni vincenti”, altre dichiarazioni dell'allenatore milanista. No, la parola scudetto Pioli forse non l'ha mai detta. Ma non ha mai escluso che ci stesse pensando.
Adesso il campionato non è ancora finito, l'Inter è al primo posto e sa che deve lottare gara dopo gara per confermarsi. Conte ha messo in guardia tutti: vietato distrarsi. Vietato fare parole eccessive o voli pindarici perché contano i fatti. Come nella gara col Sassuolo sono contati i tre punti più delle critiche ricevute sulla mancata bellezza del gioco nerazzurro. L'allenatore interista la parola scudetto non l'ha voluta neanche sentire per tanto tempo. Ma dopo la partita con i neroverdi, a denti stretti, ha detto: "Siamo una candidata credibile per lo scudetto". Ci pensava da sempre, non ha voluto dirlo mai. Una parola innominabile, appunto. Ma ci ha pensato. Dal primo giorno in cui è arrivato all'Inter e si è domandato: "Perché proprio io?". Già. Per il momento, meglio non parlare troppo. Però, tra le linee, diciamolo, è tutta scaramanzia.
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