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Si parte da un presupposto: Thohir ha convinto Moratti del suo progetto e non solo; lui non vuole rompere la tradizione della famiglia Moratti, tenendola, comunque vada nel cda dell’Inter. Queste due situazioni hanno di fatto aiutato a sancire l’accordo che porterà Thohir a prendersi l’Inter.
Ma cosa succede ora? Secondo le prime indiscrezioni, l’indonesiano dovrebbe prendere la carica di presidente, e lascerà la vice-presidenza ad un componente della famiglia Moratti, che potrebbe essere Angelomario (che peraltro vice presidente dell’Inter lo è già), con il nuovo presidente comunque di base in Indonesia che metterebbe i suoi uomini forti nel cda (uno potrebbe essere il socio d’affari Jason Levien), concepito come un board strategico e destinato a dettare le linee guida e a indirizzare le scelte dei manager. Un centro di potere che si riunirebbe con una frequenza al massimo bimestrale ed avrebbe un efficienza ben diversa di quella attuale. Un board - ed è uno degli ultimi punti sul tavolo - in cui bisogna comunque definire la presenza numerica e il potere di veto della stessa famiglia Moratti. Può essere questo un punto di equilibrio tra rinnovamento e continuità?
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