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SecoloXIX – Alla scoperta di Cecchini, il ‘Piccolo Redondo’, gioiello di Inter e Genoa

Il quotidiano approfondisce il personaggio di Emanuel Cecchini, neo acquisto in comproprietà di Inter e Genoa

Marco Astori

Uno dei nuovi acquisti dell'Inter è Emanuel Cecchini, prelevato dal Banfield in comproprietà con il Genoa. Ancora manca l'ufficialità, ma l'affare è ormai ben definito. Il Secolo XIX descrive il profilo del giocatore classe 1996, raccontando qualche particolare della sua carriera e descrivendolo tatticamente: "In patria lo chiamano il “piccolo Redondo”. Perché del fuoriclasse argentino definito con la maglia del Real come miglior giocatore della Champions 1999/2000 ha le movenze e la visione. Emanuel Cecchini ha 20 anni, il prossimo Natale spegnerà 21 candeline, ed è al momento della svolta: se diventerà un campione lo si scoprirà nelle due prossime stagioni e molto probabilmente lo si scoprirà al Genoa. Preziosi ha le mani sul suo “cartellino”: arriverà con una formula che ricorderà molto quelle comproprietà di un tempo, quando la proprietà del giocatore era divisa equamente tra due società. L’altra è l’Inter, in quest’estate di immensa e inedita collaborazione tra rossoblù e nerazzurri. Cecchini potrebbe essere in città a fare le visite già domani, formalmente in prestito al Grifone, di fatto con un diritto equamente distribuito, tra riscatti, contro-riscatti, opzioni e quant'altro, con la squadra di Suning. A dire il vero, Preziosi l'aveva visto ben prima che Javier Zanetti lo consigliasse a Sabatini".

"Cecchini è cresciuto e milita nella stessa squadra che ha formato l’ex capitano interista - continua il Secolo XIX - la stessa che ha plasmato Rodrigo Palacio. Tutti lo dipingono come un ragazzo dalla grande costanza, dal grande impegno, dalle evidenti qualità tecniche e umane. Un «bravo ragazzo», dicono, senza il timore di fargli uno sgarbo in un mondo di aspiranti guerrieri. Cecchini è davvero quello che gli argentini chiamano un “volante central”:un centrocampista assoluto, un metronomo, di scuola antica. E infatti, in un ideale a tre uomini, lui può ricoprire - e lo ha effettivamente fatto - tutte e tre le postazioni. Persino è stato impegnato con risultati definiti soddisfacenti anche da mezz'ala. Nel centrocampo di Ivan Juric sta perfettamente nella potenziale coppia con Miguel Veloso. E può sperimentare uno slittamento verso destra, alternandosi o scambiandosi il posto con Lazovic. Il “Pirata” saprà osare, come ha saputo osare l'anno scorso il tecnico del Banfield Julio César Falcioni, che non ha esitato a schierarlo, anche in partite delicate. Raramente un “volante” è precoce. Ma Cecchini, che ha esordito nel 2015 nella Primera Division, nell'ultima stagione ha trovato una buona continuità, con ventidue presenze e tre gol. Quando aveva esordito aveva appena compiuto 18 anni, oggi - nello scorso campionato - ha raggiunto una maturità tale che i calci piazzati li batte sempre lui. Ne ha fatta di strada da quando fu tirato in prima squadra dalle giovanili".

"A scovarlo e a credere in lui era stato una vecchia conoscenza come Matías Jesús Almeyda (già Inter e Brescia). «Ho imparato tutto da lui -ha ammesso -, perché ha giocato nella mia posizione e mi ha sempre dato consigli». Sente la responsabilità. Per questo non ha mai la testa tra le nuvole. Cecchini un giocatore pragmatico, dall'alta qualità tecnica, resistente nella corsa e con buon tiro dalla distanza. Nel calcio ha il mito del Barcellona ed è stato affascinato dalle recenti imprese della Juventus, di cui ha lodato Dybala eDani Alves. Ammira i campionissimi, ma sa soffrire: 'Dovevo arrivare al Banfield nel gennaio 2010 per iniziare la stagione, ma 10 giorni prima -racconta -mentre giocavo con i ragazzi del mio quartiere, un compagno è caduto su di me e mi ha rotto il braccio. Mi è caduto il mondo addosso, pensavo di poter recuperare in tempo. Ma ho stretto i denti, mi allenavo e facevo riabilitazione. E dopo tre mesi ho cominciato a giocare'", conclude il quotidiano.

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