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Carta canta: Inter-Sampdoria a San Siro, vince l’Inter perché è più forte anche senza gli indisponibili Milito, Samuel, Nagatomo, Icardi, Chivu e Kuzmanovic. Budget e monte ingaggi cantano anche: e con almeno due gol di scarto. Giusta premessa per scrivere che purché oggi i blucerchiati escano dal Meazza con dignità e onore intatti, ogni risultatoche smentisca carta e/o budget dovrebbe fare riflettere Walter Mazzarri e non Sinisa Mihajlovic. E per dire che stasera la Samp rischia anche di perdere ancora una o due posizioni in classifica (ci sono Catania-Milan e Sassuolo-Chievo), ma che l’eventualità non deve incidere il morale. Perché la sfida con l’Inter è di quelle con il bollino nero che sipossono anche perdere, ma è semmai il prossimo trittico Catania-Chievo-Parma a essere diventato strategicamente decisivo per mantenere la categoria.
Premesso tutto questo, oggi pomeriggio la Sampdoria andrà all’attacco, come ha ribadito Mihajlovic in conferenza stampa: «La mia mentalità è offensiva. Mi piace giocare per vincere, non per “non perdere”. Ci sono alcuni princìpi che dovremo seguire sempre, indipendentemente dal nome dell’avversario. I ragazzi sono propositivi, sicuramente ci vuole ancora un po’ di tempo per assimilare bene quello che sto trasmettendo loro, però siamo sulla buona strada. A Milano faremo la nostra partita con coraggio, tanto un gol rischiamo sempre di prenderlo. Però attaccheremo con equilibrio. È fondamentale nel calcio, l’equilibrio».
All’attacco. Nella rifinitura, disputata sotto la pioggia, Mihajlovic ha lavorato sul solito 4-2-3-1, «perché questi giocatori hanno le caratteristiche giuste per farlo, perché non mi piace cambiare modulo spesso e nemmeno essere noi ad adattarci agli avversari, poi magari in qualche occasione può diventare 4-3-3», con Pozzi unica punta, sostenuto dal trio Gabbiadini-Soriano-Eder: «Mi rendo conto che si tratta di un modulo offensivo e molto dipenderà dai quattro uomini offensivi, chiedo a loro di sacrificarsi, di attaccare e di difendere. Tutto dipende da loro, se difenderanno poco...». Saranno guai. A proposito di fase difensiva, confermati linea a quattro e i due centrocampisti bassi già visti con la Lazio.
Gruppo ok. Il tecnico blucerchiato ha fatto i complimenti al gruppo: «Che si è subito messo a disposizione con grande voglia. Giovedì sera siamo andati a cena, tutto fa. A parte che a me piace, perchéanchequeste cose fanno gruppo. Al di là che mi è toccato pagare un conto salato... sono tutte piccole cose che alla fine hanno il loro peso» E ancora: «Perché il calcio è divertimento, dobbiamo essere tutti contenti e gioiosi. Perché siamo fortunati, perché nella vita ci sono tantissime persone che al mattino quando suona la sveglia hanno tutti i motivi per dire “che palle”. Invece noi no».
Dalla Lazio all’Inter sono passati sette giorni: «Pareggiare così, ti rode. Però bisogna guardare avanti. I ragazzi lo sanno, sanno anche che non mi arrabbierò mai per un passaggio sbagliato, ma moltissimo per l’atteggiamento sbagliato. E sanno che chi sbaglia atteggiamento, a fine partita deve restare in campo e non rientrare negli spogliatoi. Sanno che se vincono è merito loro, e che se perdono è colpa mia. Ma solo se hanno fatto quello che gli ho chiesto».
Capitano e vice. Come annunciato la settimana scorsa, ieri in conferenza stampa al fianco di Mihajlovic si sono seduti capitano e vice-capitano. «La differenza la fa la mentalità di squadra - ha detto Gastaldello -. Se andiamo a San Siro con quella giusta, abbiamo la possibilità di portare a casa dei punti». Palombo: «La festa dell’Inter? Spero che la faccia prima della partita e non alla fine».
Thoh... ir. E già, perchè oggi a Milano si celebra una festa nerazzurra, con tanti ex in tribuna. Sarà la prima di Thohir da nuovo azionista di maggioranza: «Sinceramente non me ne frega più di tanto - il commento di Mihajlovic - abbiamo altre coseacui pensare. Io ho giocato nell’Inter di Moratti e penso che l’Inter senza di lui sia come uno stadio senza tifosi». Un pensiero per San Siro: «È la Scala del calcio. Ci sarà un po’di emozione, prima. Dopo il fischio d’inizio più niente». Mazzarri potrebbe proporre un’Inter attendista: «Che ci aspettino pure, noi arriviamo. E poi vediamo che succede dopo...».
Nella partitella finale ieri mattina, disputata su tre quarti di campo e contro uno sparring partner schierato con la difesa a tre (Fornasier, Castellini, Regini) come l’Inter, il tecnico serbo ha battuto molto su pressing alto («Il difensore avversario non deve riuscire a lanciare»), pulizia dei passaggi, soprattutto del primo, quando si riconquista la palla: «È fondamentale, rubiamo palla e la passiamo semplice, poi allargarsi immediatamente e ripartire». E anche sull’aggressività: «Quando si attacca, si attacca. Dobbiamo essere convinti. Gli esterni quando salgono devono arrivare fino in fondo, non fermarsi a metà, altrimenti non sono né di qua e nemmenodi là... ».
Provate anche alcune azioni offensive molto elaborate che dalla rimessa di Da Costa al tiro in porta, coinvolgevano anche sette o otto giocatori, per undici (o più) passaggi. Oggi, si vedrà e si vedranno. Mihajlovic ha convocato 24 giocatori, incluso il recuperato Sansone. A casa lo squalificato Krsticic, gli indisponibili Salamon, Berardi, Gentsoglou e Gavazzi. Poulsen e Barillà per scelta tecnica. Due i diffidati, Obiang e Pozzi. Edoardo Garrone deciderà all’ultimo se esserci o no.
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