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Seedorf: “Simeone? Con lui una nuova era”. E il più forte di tutti? Trovato all’Inter…

In vista della finale di Champions League tra Real e Atletico, Clarence Seedorf ha parlato dei blancos, di Simeone e non solo: "Il più forte di tutti? Ho avuto la fortuna di incrociare, nella mia carriera, Ronaldo, Ronaldo Nazario"

Dario Di Noi

La rivincita di Milano, che vedrà Real e Atletico di nuovo protagoniste a soli due anni dalla finale di Lisbona, riporterà la città di Madrid sul tetto d’Europa. Di nuovo loro, di nuovo un derby tra le due principali forze della capitale spagnola. A Lisbona trionfò il Real di Ancelotti, a Milano il Cholo Simeone cerca l’occasione della rivalsa, che vorrebbe dire prima storica Champions League per i colchoneros.

Sarà una finale seguita in tutto il mondo, chiunque avrà gli occhi su San Siro. Già da oggi, molti hanno cominciato ad anticipare la finale raccontando le proprie sensazioni. Tra questi, Clarence Seedorf, ex Real oltre che vecchia conoscenza di Inter e Milan.

Queste le parole dell'olandese, a partire dalla Champions alzata con il Real Madrid (la settima della storia blanca): "Vincere la ‘Septima’ è stata la più grande pazzia che ho vissuto in carriera. E’ stata un’emozione simile a quella sperimentata con la vittoria della mia prima Champions con l’Ajax, ma lì si trattava di un successo ottenuto in una città più piccola. L’ambiente prima della finale di Amsterdam era straordinario, si notava come quell’obiettivo fosse stato inseguito e da tanti anni, e quello che successe per vincere la coppa fu una pazzia. L’arrivo all’aeroporto, il passaggio in macchine decappottabili per la strada e per le vie della città, il calore in plaza Cibeles… Mai avrei immaginato di godere di un’atmosfera simile. Con l’Atletico a Milano sarà una finale da 50 e 50? Non è un caso che l’Atletico sia qui, è arrivato in finale due volte negli ultimi tre anni ed è tra le più grandi d’Europa. Se l’è guadagnato tutto questo. Ha fatto un grande lavoro ed è molto competitivo, questo è il messaggio che invia la squadra ai suoi tifosi. Se anche io amo il Cholo Simeone? Ci sono i risultati, cambiano alcuni giocatori col passare degli anni, ma la squadra continua a rispondere bene. Quello che è chiaro è che Simeone sta guidando una nuova era nell’Atletico Madrid.

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Pressione sul Real? Le due squadre sono arrivate alla fine per meriti propri e in questo tipo di partite la pressione è generale. Anche se, sinceramente, quando si affronta il Real Madrid di solito la pressione è sugli avversari. Cristiano non in piena forma? Il Madrid non dipende mai da un solo giocatore. Cristiao è molto forte, un giocatore che fa la differenza, ma il calcio è uno sport di squadra. E il Madrid è più di Ronaldo. Brutto un derby in finale? Macchè! Dicono che annoia? Abbiamo già vissuto alcune finali con due squadre dello stesso paese, con il Manchester United e il Chelsea per esempio, e allora non si disse nulla. Se le due squadre meritano di stare in finale, che importa di che paese o di che città siano.

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Il Leicester? Ci dimostra che non tutto dipende dai soldi. Il prossimo anno, per esempio, giocherà la Champions, qualcosa che nessuno avrebbe mai immaginato. Dovranno farsi un po’ di esperienza e affermarsi nel campionato inglese, ma ora l’unica cosa che devono fare è godere e festeggiare. Io e Roberto Carlos? Parlare con lui è complicato, è come provare a parlare con il Papa, perché ogni settimana cambia telefono. Però si, è un mio amico. E giochiamo assieme alcune ‘pachangas’. Se continuo ad essere madridista? Chiaro, lo sono ancora, perché personalmente seguo con molto affetto le squadre in cui sono passato nella mia carriera. Ho ricevuto tanto e tutte le volte che torno a Madrid sento il calore della gente. Questo vale per Madrid e per la Spagna intera.

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Un giocatore avversario che mi è risultato molto scomodo? Ad esempio Thuram. Era tremendo giocare contro di lui. Voleva dire scontrarsi con lui e farti male. Una pietra. E il migliore giocatore con cui ti sei incrociato nella tua carriera? Ho avuto la fortuna di farlo con Ronaldo, Ronaldo Nazario. Il gol più speciale? Quello che ho segnato all’Atletico nel derby del 1997. C’erano dentro tante cose: un derby, mia figlia era nata un giorno prima, giocavamo al Bernabeu, era la prima partita dell’anno, da 40 metri. Si, fu il più speciale. Se sarò neutrale in occasione della finale Real-Atletico? Sono neutrale, perché come sportivo devi esserlo. Se non stai giocando o allenando una squadra, esiste la rivalità, questo è sicuro, ed è certo che se il Madrid vincerà sarà molto felice, per i madridisti e per tutto quello che ho vissuto con loro, ma non sono una persona che va contro gli altri. E l’Atletico si è meritato di essere lì, per cui nei loro confronti ho il massimo rispetto".

(AS)